«Io sono e sarò inflessibile contro la droga, non esistono droghe buone e mi arrabbio con parlamentari di sinistra e artisti che vogliono legalizzare le droghe: no, mai, la droga è morte. Gli spacciatori sono dei criminali, li combatterò finchè campo, i consumatori, come Luca, vanno aiutati e curati, perché fanno del male a loro»: così Matteo Salvini a Zona Bianca sul caso Morisi.



Il leader della Lega ha ribadito il sostegno al suo ex spin doctor – «A differenza di altri politici che scaricano gli amici, io mi espongo» – e ha tenuto a precisare un concetto: «Pare che Morisi abbia fatto l’amore con un uomo, siamo nel 2021, per me una persona può essere eterosessuale, omosessuale o transessuale, non è affare mio».



MATTEO SALVINI: “GIORGETTI SU MICHETTI? MALE INTERPRETATO”

Matteo Salvini ha poi ricordato il processo Open Arms che lo attende a Palermo: «Ricordo ai giornalisti guardoni che stanno cercando di capire con chi ha fatto sesso Morisi, che io ho processo vero a Palermo per un reato pesante, sequestro di persona, perché da ministro ho bloccato alcuni sbarchi di immigrati clandestini organizzati da associazioni stranieri». E la sua posizione è netta: «Che l’accusa porti come testimone il sindaco di Barcellona e un multimilionario attore americano come Richard Gere che va a testimoniare quanto è brutto e cattivo Salvini dimostra la serietà delle accuse».



Matteo Salvini ha poi parlato delle prossime elezioni amministrative, soffermandosi sulle candidature di Luca Bernardo e Enrico Michetti: «Saranno due ottimi sindaci se romani e milanesi li sceglieranno. Luca Bernardo non è famoso come Sala perché non ha frequentato i salotti ma è un medico, ha aiutato migliaia di persone a salvarsi ed a vivere meglio: lui può prendersi cura delle periferie dimenticate dai radical chic di sinistra». Una battuta anche sulle parole di Giancarlo Giorgetti su Michetti: «Giorgetti si è auto smentito, quindi è stato male interpretato. Io Michetti non lo conoscevo, come Bernardo, e sono due persone competenti e in gamba. Se fossero eletti, il giorno dopo sarebbero in ufficio sedici ore al giorno ben sapendo cosa fare per le periferie».