«Io spero che questo processo sia utile all’intero governo perché arrivi a un approccio più fermo e più europeo sull’immigrazione»: così Matteo Salvini dopo la sentenza Gregoretti ai microfoni del Corriere della Sera. Il leader della Lega ha poi rimarcato a proposito del processo in corso a Palermo: «Se qualcosa non è reato a Catania, non dovrebbe esserlo nemmeno a Palermo. Ma c’è un’eccessiva… vaghezza nel diritto penale, e questo è un problema. Proprio per questo noi siamo contrari al ddl Zan».
Soffermandosi sul ddl Zan, Matteo Salvini ha spiegato che il provvedimento di casa Pd lascia nelle mani dei giudici il diritto di stabilire cos’è politicamente corretto e cos’è reato. «Un giudice può decidere se è un reato che io dica di essere contrario alle adozioni per le coppie omosessuali», l’esempio fatto dall’ex ministro dell’Interno.
MATTEO SALVINI: “SI’ A DRAGHI AL COLLE”
Passando all’azione del governo, Matteo Salvini ha ribadito la massima fiducia nel premier Mario Draghi ed ha sottolineato che la Lega sarebbe pronta a sostenere «con convinzione» la sua candidatura al Colle per il dopo Mattarella: «Per noi, se lui fosse d’accordo, il prossimo capo dello Stato sarà Mario Draghi. Certo, il problema è per il Pd, che di candidati pullula…». Uno dei dossier più roventi per l’esecutivo è quello legato alla giustizia, Matteo Salvini si è soffermato così a proposito dei referendum che il Carroccio sta preparando con i radicali: «Anche se Letta polemizza su tutto, io gli ricordo che senza una riforma seria, una riformona, l’Unione europea non sbloccherà i fondi destinati all’Italia. E dunque, se il Parlamento approverà qualcosa di serio e di adeguato, benissimo. Altrimenti, daremo voce ai cittadini». L’obiettivo, ha aggiunto il leghista, è quello di coinvolgere entro giugno un milione di italiani in questo percorso.