Un capolavoro tattico quello realizzato da Matteo Trentin a Gap: il corridore della Mitchelton-Scott ha anticipato tutti con uno scatto che ha lasciato a guardare i suoi compagni di fuga, che nel campione europeo vedevano un pericolo soprattutto in caso di arrivo in volata a ranghi ridotti. Qui l’azzurro, che a 30 anni ha raggiunto una maturità tale da accreditarlo come uomo di punta in casa Italia quando si tratta di corse da un giorno (e la maglia di campione continentale conquistata un anno fa ne è la prova), ha vinto sì grazie a delle gambe che giravano perfettamente ma soprattutto di testa. Trentin ha scelto alla perfezione il tempo dell’attacco, approfittando di un momento di stanca nel drappello di testa. I suoi compagni d’avventura si sono guardati, certi che Trentin in salita non avrebbe potuto fare la differenza e si sarebbe potuto rintuzzare: sbagliato. Beffato anche un certo Greg Van Avermaet, campione olimpico. Meglio di così…(agg. di Dario D’Angelo)



MATTEO TRENTIN, CAPOLAVORO A GAP

Un numero da campione quello compiuto da Matteo Trentin, il ciclista italiano della Mitchelton-Scott che ha trionfato in solitaria nella 17esima tappa del Tour de France 2019 con arrivo a Gap. L’azzurro, laureatosi lo scorso anno campione europeo, ha saputo indovinare i tempi giusti per l’azione rivelatasi poi vincente: un attacco ai piedi della salita decisiva che ha preso in contropiede tutti gli altri compagni di fuga con cui aveva condiviso oltre 100 km di avanscoperta. Che Trentin avesse un’ottima gamba per confezionare l’impresa si è intuito quando l’azzurro, sulla carta il più veloce in caso di sprint a ranghi ridotti, ha deciso di tentare la sortita solitaria. Una sensazione confermata dai fatti: nessuno, tra gli altri fuggitivi, è stato in grado di resistergli. Per Trentin un arrivo in solitaria da sogno…



MATTEO TRENTIN: “HO SOFFERTO COME UN CANE”

Matteo Trentin si conferma atleta di alto livello, capace di colpire su tutti i terreni, con una vittoria al Tour de France che per lui diventa la terza in carriera alla Grande Boucle dopo Lione 2013 (prima vittoria da professionista) e Nancy 2014, in volata su Sagan. Per lui un regalo di compleanno in anticipo visto che il prossimo 2 agosto compirà 30 anni. La gioia di oggi, con un ultimo km diventato quasi una passerella visto il vantaggioM rassicurante accumulato sugli inseguitori, è il frutto dolce da raccogliere dopo avere seminato tanta fatica, come lui stesso ha ammesso:”Stavo bene. In fuga non c’era collaborazione e allora ho attaccato sul Col de la Sentinelle per fare la mia salita, anche se c’era vento contro. Avevo capito sui Pirenei di avere una gran gamba, ma finora non avevo combinato un tubo. Oggi era l’ultima occasione, o tutto o niente. Ho sofferto come un cane, ma ne valeva la pena”.

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