Ancora un ospite internazionale a Che tempo che fa: da Fabio Fazio arriva Matthew McConaughey. In attesa della Notte degli Oscar 2021 chi meglio dell’attore e produttore cinematografico che nel film “Dallas Buyers Club” (regia di Jean-Marc Vallée, 2013) ha vinto la statuetta (e un Golden Globe) nei panni di un cowboy affetto da AIDS? Nel curriculum di McConaughey compaiono altri ruoli in film di grande successo come “Contact”, “Amistad”, “Bernie”, “Killer Joe”, “Magic Mike”, “The Wolf of Wall Street”, “Interstellar” e “The Gentlemen”.
L’attore statunitense sarà intervistato da Fabio Fazio in occasione dell’uscita in Italia della sua autobiografia “Greenlights – L’arte di correre in discesa”. In queste pagine l’attore parla anche del padre manesco, un uomo nei confronti del quale non nutre alcun rancore come ha avuto modo di raccontare a Sette del Corriere della Sera: “Non giudico mio padre, anzi applaudo al modo in cui mi ha cresciuto. A modo suo, nel modo in cui sapeva trasmettere determinati valori ai suoi figli: fisico. Ricordo il dolore dei suoi manrovesci se gli dicevo bugie? No, non è il dolore che ricordo, ma ricordo la maschera di dolore che era il suo volto mentre si chiedeva se avesse fallito come padre per aver cresciuto un ragazzo che gli aveva appena mentito per quattro volte sul fatto di aver rubato o meno una pizza. È l’angoscia nel suo sguardo da “cosa devo fare ora?” che mi ha fatto male, non la sberla! Io non uso i suoi metodi, ma insegno gli stessi valori: non dire bugie, non credere di poter fare qualsiasi cosa, accettare di avere dei problemi e non odiare“.
Matthew McConaughey: “Penso ancora a quella ragazza a cui dissi una bugia 35 anni fa”
Matthew McConaughey, da molte considerato bello e impossibile, dimostra di essere dotato di una sensibilità spiccata ricordando un curioso aneddoto di gioventù: “Durante le vacanze al mare in Florida promisi a una ragazza, la responsabile dei bagnini, che l’estate dopo sarei tornato per fare il bagnino. Lei: “Sei sicuro?”, e io “Sì, sul serio, verrò il 1° giugno”. C’erano tanti ragazzi e ragazze che volevano quel posto. E io? Non ci sono andato. E non l’ho avvisata. Sono passati 35 anni, ma ci penso ancora. Non ho mantenuto la parola e c’è una donna che mi porta rancore“. Particolare anche il modo in cui ha ricordato la nascita del primo figlio Levi: “Lo vedo tutto fasciato, piango e gli dico “sissignore”, l’ho chiamato “signore”. Rivedevo mio padre? Sì. E sentivo di essere divenuto immortale, sarei vissuto per sempre, c’era una discendenza. Gli ho detto “sissignore, Levi”. E per la prima volta in vita mia mi sentivo un signore. Come ho scritto, un uomo non è mai così virile come dopo la nascita di un figlio. Virile, non macho“.