Ospite internazionale per Kilimangiaro Estate: nel programma condotto da Camila Raznovich interviene infatti il premio Oscar Matthew McConaughey, attore e produttore cinematografico, impegnato in un tour televisivo anche in Italia per promuovere la sua autobiografia “Greenlights – L’arte di correre in discesa”. Di certo in un programma che racconta la dimensione del viaggio, l’interprete di Dallas Buyers Club non si troverà a disagio. Le pagine del suo libro raccontando ad esempio dello scambio scolastico in Australia (un incubo inatteso), delle sue avventure in Mali, passando per Messico ed Europa.



Intervistato qualche settimana fa da “Sette”, il settimanale del Corriere della Sera, McConaughey ha raccontato di un giro in moto da Amsterdam a Sestri Levante, dove ha dormito in un rifugio fatto da Mussolini: “Ricordo una grande scogliera, vicino Sestri Levante e un ascensore nella pietra. Siamo saliti in alto nelle gallerie di Mussolini. Eravamo solo io, tre amici e un tizio che ci ha detto che era una informazione molto segreta. Abbiamo cenato e dormito lì, dice che c’era il fantasma di Mussolini. In realtà ho pensato di aver visto il fantasma di Mussolini quando ho dormito a Cinecittà, a lungo, durante le riprese de Il regno di fuoco. Ero solo nel backlot e di notte me lo giravo“.



Matthew McConaughey: “A Roma vidi il fantasma di Mussolini”

Tra un peyote allucinogeno in Messico e l’arresto ad Austin per aver suonato il bongo nudo a tarda notte, l’attore dedica due sole righe ad un episodio decisivo: “A diciotto anni sono stato molestato da un uomo mentre ero svenuto nel retro di un furgone“. Al Corriere argomenta: “Se davo più dettagli diventava gossip, voyeurismo, sensazione, titoloni: “Santo cielo!! Matthew è stato molestato a 18 anni”. Ne ho parlato perché sono stato una vittima? Sì! Ma questa cosa mi ha definito? No! Non sto sminuendo, è successo. Vorrei non fosse successo, ma è successo! Ho deciso di dirlo. Avevo 18 anni. Mi era chiaro fosse una cosa sbagliata, quindi non ho lasciato che influenzasse la mia vita, non me ne sono andato via confuso chiedendo cosa stesse succedendo. Se fossi stato più giovane e in dubbio sulla moralità della situazione, forse mi avrebbe traumatizzato di più. Dopo però non ho iniziato delle relazioni con un senso di disorientamento. Quella chiarezza mi ha aiutato. Certe persone rimangono vittime delle stesse circostanze. Io non sto giudicando, non sto dicendo “non si deve essere vittimizzati”.



Sto dicendo che sono tanti gli ostacoli che ho incontrato nella mia vita e mi hanno aiutato a vedere “l’opposto”, ad apprezzare gli aspetti sani della mia vita, a impegnarmi in relazioni più sane. Questa vita è come un rodeo, amico! Ci sono persone cattive là fuori. Io stesso sono stato una brutta persona; sì, lo sono stato. Non sono sempre stato una bella persona. Ma ti alzi e continui ad andare. Chi siamo? A cosa permettiamo di definire chi siamo?”.