I calciatori Mattia Lucarelli e Federico Apolloni sono stati condannati per stupro dal gup di Milano, Roberto Crepaldi, nel processo di primo grado celebrato con rito abbreviato. La pena per il figlio dell’ex attaccante del Livorno, Cristiano Lucarelli, e l’altro ragazzo è di 3 anni e 7 mesi: entrambi sono stati giudicati colpevoli di aver violentato una studentessa di 22 anni dopo una serata in discoteca. Non è soddisfatto della sentenza Mattia Lucarelli, il quale su Instagram ha spiegato di essere consapevole che non si stava combattendo con i fatti, bensì “con un momento storico“.



Lucarelli se l’è presa anche con i media per la loro pressione, con la quale hanno voluto la loro “testa“, accusandoli di non essere andati a fondo della questione, ma di essersi fermati “a titoli sensazionali per attirare l’attenzione”. Nella vicenda sono coinvolti altri tre imputati, per i quali le condanne sono state di 2 anni e 5 mesi e 2 anni e 8 mesi; pene diverse perché è stata riconosciuta loro la “minima importanza” nell’esecuzione del reato.



IL LEGALE DEI 5 IMPUTATI: “CONDANNA? SONO DEVASTATI”

Mattia Lucarelli sui social ha ricordato che ci sono altri due gradi di giudizio, confermando l’intenzione di fare ricorso dopo la sentenza di condanna in primo grado. Il calciatore riconosce che è “una batosta“, anche perché l’auspicio era di poter chiudere la questione. L’avvocato Margherita Benedini, uno dei legali dei cinque giovani, come riportato dal Fatto, ha spiegato che i suoi assistiti sono “devastati” dalla condanna e precisato di “non condividere” la sentenza.

Ma ha anche chiarito che la ricostruzione data dal giudice è “diversa” da quella della procura: infatti, il pm Alessia Menegazzo aveva contestato la violenza sessuale per costruzione, invece il gup per induzione, quindi abusando della condizione di inferiorità della vittima che aveva bevuto molto. Per la difesa la ragazza non era in uno stato di alterazione tale da non poter esprimere il consenso, anzi aveva un tasso alcolemico col quale poteva anche guidare, ma la tesi non ha convinto il giudice, le cui motivazioni comunque verranno rese note tra 90 giorni.