Mattia Perin è stato il protagonista della prima puntata del nuovo podcast della Juventus “Stories of Strenght” (Storie di forza), approfondendo l’importanza della salute mentale anche nello sport. I calciatori sono ragazzi ricchi, fortunati e che fanno la bella vita, ma non sono esenti dalle problematiche psicologiche che affliggono le persone comuni: «Siamo in un’epoca in cui si pensa che si debbano risolvere i problemi da soli – racconta l’estremo difensore bianconero nella chiacchierata con la psicologa Laura De Dilectis – se non si riesce si è deboli. È vero il contrario: chiedere aiuto è sintomo di coraggio. Invito chi sta passando momenti in cui non vede via d’uscita a chiedere aiuto a un professionista».



Quindi Mattia Perin aggiunge: ««Nel giro di pochi anni avevo subito molti infortuni, perso l’amore per lo sport, quindi ho iniziato un percorso con la mia mental coach. Mi sono accorto che le mie cinque operazioni erano in realtà infortuni emotivi. Inutile dire che non esistono: ci sono nei calciatori e in tante altre professioni. Procrastinare è un difetto dell’essere umano, i problemi vanno affrontati e guardati in faccia. Per questo è importante chiedere aiuto». Perin ricorda come sia fondamentale non chiudersi in se stessi ma chiedere aiuto e condividere il proprio stato d’animo e le proprie problematiche: «Quando ho iniziato questo percorso di crescita personale e salute mentale, mi sono accorto che i momenti dove non vedi via d’uscita sono più brevi grazie agli strumenti suggeriti dai professionisti. Non si smette mai di imparare, la cosa più bella poi è condividere».



MATTIA PERIN: “QUANDO SI INIZIA UN PERCORSO DI SALUTE MENTALE…”

E’ anche importante cercare di capire queste difficoltà non possono abbatterti: «Quando si inizia un percorso sulla salute mentale ci sono dei momenti di squilibrio. Prima li vedevo in maniera negativa, ora li vedo come opportunità di crescita. Ogni squilibrio è un angolo buio, ma dietro c’è sempre la luce». Altro aspetto importante è il divertimento, che deve essere una componente fondamentale anche per gli sportivi professionisti: «Siamo sotto i riflettori, la gente purtroppo a volte vive il gioco in maniera troppo seria. Se non riesci a tirare fuori la parte che si diverte non potrai essere performante come potresti».



Chiusura dedicata al suo futuro: «Voglio giocare ancora parecchio tempo, è una cosa che ho imparato ad amare sempre di più. Sono un veterano in spogliatoio, voglio aprire gli occhi ai miei compagni più giovani su questo argomento. Solo giorno dopo giorno si costruisce il sentiero per arrivare agli obiettivi».