E’ davvero commuovente la storia di Mattia Piccoli, un bimbo di 12 anni che da 5 anni ha affiancato il suo papà nella lotta all’Alzheimer. Nonostante il genitore abbia appena 50 anni, è stato colpito da questa terribile malattia che ti porta a dimenticare le cose, a non riconoscere le persone che ti stanno a fianco, e spesso ad avere atteggiamenti scorbutici. Ma Mattia non si è affatto abbattere da questo enorme limite, divenendo di fatto l’ombra del padre, la sua spalla. «Aiutavo il mio papà a fare quelle cose che da solo non poteva fare», spiega Mattia, intervistato ieri dai microfoni del quotidiano La Stampa, «Quando lui faceva la doccia, lo aiutavo e gli dicevo: prima gli slip, poi i pantaloni. Lo aiutavo con i lacci delle scarpe. E il mio fratellino faceva lo stesso. Quando non potevo, c’era lui. Adesso è troppo piccolo per ricevere questo premio, ma spero che un giorno lo avrà anche lui».
Per questo impegno straordinario è stato nominato Alfiere della Repubblica e ieri mattina ha ricevuto il premio direttamente dal presidente della Repubblica, Sergio Mattarella. «Sono felice di questo premio, però io avrei preferito avere il mio papà», ha commentato. «Questo premio – ha aggiunto – lo dedico a mio papà, per me è un’emozione molto bella e credo di essermelo anche meritato. Ma, anche se questo premio lo hanno dato a me, credo che valga per tutta la mia famiglia». Presente alla cerimonia anche la madre, Michela Morutto, moglie di Paolo Piccoli: «Per i miei figli avrei voluto un’altra vita – racconta – avrei voluto che avessero il papà al loro fianco, so che manca molto a entrambi. E manca molto anche a me». Oggi Paolo Piccoli, a causa del regredire della malattia, è stato ricoverato in una struttura dedicata: «Possiamo incontrare Paolo soltanto 40 minuti, due giorni alla settimana. È veramente difficile», spiega ancora la donna, che poi ha raccontato l’insorgere dell’Alzheimer: «Mio marito ha iniziato a stare male dopo i 40 anni. Quelle che all’inizio credevo fossero soltanto piccole stranezze hanno progressivamente iniziato a prendere la forma della demenza. Aveva difficoltà a raggiungere alcuni posti, poi i problemi sono aumentati ancora. Sono anni che mi batto perché la sua situazione venga riconosciuta anche fuori dalla nostra famiglia».
MATTIA, 12ENNE CHE DA 5 ANNI ASSISTE IL PAPA’ MALATO DI ALZHEIMER. LA MADRE: “STIAMO VIVENDO SOLO COL MIO STIPENDIO”
E oltre alle difficoltà emotive nel dover vivere un dramma così concreto e profondo, la famiglia di Mattia Piccoli deve anche affrontare problemi pratici della vita di tutti i giorni: «Sto mantenendo la mia famiglia con il mio solo stipendio. E sempre con il mio stipendio devo pagare la retta della struttura in cui è ospitato mio marito, perché Paolo non ha nemmeno maturato gli anni di lavoro per avere diritto al riconoscimento della malattia, ai fini contributivi».
«L’Alzheimer – ha continuato la mamma di Mattia Piccoli è un dramma sempre. Ma, quando colpisce così precocemente, lo è due volte. I bambini bisogna allevarli. Ma io lavoro tutto il giorno e sono costretta ad affidare la crescita dei miei figli ai miei genitori, che però sono anziani, e avrebbero il diritto di riposare. Poi c’è il mutuo da pagare, ci sono le rate della macchina. È una situazione devastante». La mamma ha concluso tornando a parlare dell’ometto di casa: «Mattia è bravo. Anche se è in quella fase di lotta con tutti. Ha 12 anni, è a un passo dall’adolescenza, e quindi sta affrontando una fase piuttosto complessa. E poi gli manca moltissimo il papà, come manca ad Andrea. E per me è dura. Sono la mamma, il papà è un’altra cosa. I miei ragazzi sono bravi, ma sento che hanno bisogno della mamma e del papà».