È morto dopo una estenuante e lunghissima (ma sempre affrontata con estrema determinazione e con il sorriso sul volto che ben conoscevano tutti quelli che ci hanno avuto a che fare almeno una volta) battaglia Mattia Polato: il 32enne di Solesino (nel padovano) che era diventato una sorta di esempio per chi, come lui, si trova ad affrontare un male nascosto e imprevedibile. La notizia del decesso è stata data nella giornata di venerdì dalla sua stessa famiglia e, poi, ribattuta da tutti quotidiano locali, che hanno dedicato a quel resiliente e tenace Mattia Polato ampio spazio, unendosi al cordoglio e al lutto che si respira in ogni angolo del piccolo comune di Solesino.



“Quando ormai si vola, non si può tornare più”: queste poche, ma estremamente significative, parole (scritte da Vasco Rossi per la sua ‘Gli angeli’) sono quelle con cui la sorella, Alessia, ha voluto ricordare il suo fratellino, che decise diversi anni fa di imprimersele indelebilmente sulla pelle. “È stato un lottatore fin da piccolo“, l’ha ricordato ancora Alessia, citata dal Gazzettino, “ora è in cielo a fare motocross, ovviamente accompagnato dalla musica di Vasco”. Il sindaco di Solesino, Elvy Bentani, ha parlato di Mattia Polato come di “un ragazzo meraviglioso, buono e sensibile“, stringendosi nel cordoglio della famiglia per una vita spezzata troppo presto.



Chi era Mattia Polato: la leucemia diagnosticata 29 anni fa, l’amore per Vasco e l’affetto sincero di Solesino

Come dicevamo poco fa, la storia del giovane era nota già da diversi anni, quando i media iniziarono a parlare di un bambino di appena 3 anni (appunto, Mattia Polato) al quale era stata diagnosticata la leucemia: partì un tam tam di medici che permisero di salvare il piccolo grazie a diversi cicli di chemioterapia e al trapianto (all’epoca ancora ‘embrionale’) di midollo osseo. La sua vita, in un certo senso, ripartì da zero e mentre teneva sotto controllo la sua malattia, Mattia Polato si è diplomato, iniziando a muovere i primi passi nella sua vita adulta e lavorativa.



Poi, circa 10 anni fa, quella terribile leucemia è tornata, più forte della prima volta, dando il via ad una nuova serie di andirivieni dall’ospedale fatti di esami, terapie, altri esami e, nuovamente, terapie: una battaglia che è diventata quotidiana ma che non ha mai spento il sorriso di Mattia Polato, sempre accompagnato nel suo difficile viaggio dalla famiglia (lascia la mamma Monica, il papà Alfredo e la già citata sorella, Alessia) e da tutto il comune di Solesino. Ha continuato a lavorare e a guidare la sua amata moto da cross, mentre la prossima estate sognava di vedere per la prima volta dal vivo quel Blasco che era, per lui, un compagno di viaggio sempre pronto ad alleviare le sue sofferenze.