Nel corso della puntata della trasmissione di La 7 “diMartedì” andata in onda nella serata di ieri, martedì 9 giugno 2020, è intervenuto in studio da Giovanni Floris il fondatore del movimento delle Sardine, Mattia Santori. Il contraddittorio si è subito aperto con un quesito formulato dal conduttore al leader dei “pesciolini” in seguito a una riflessione di Matteo Salvini, secondo cui dopo il Governo Conte vi è una sola alternativa: le elezioni a settembre, nelle quali gli italiani, a suo dire, dovrebbero essere messi nelle condizioni di scegliere chi mandare in Parlamento e a chi affidare il proprio Paese. Così, Floris ha domandato a Santori: “Non è che sta tornando il tuo tempo?”, inteso come un ritorno delle Sardine sulla scena politica nazionale. Immediata la risposta, non propriamente puntuale, a dirla tutta, del diretto interessato: “Purtroppo viviamo in uno Stato in cui i media sono ossessionati dalla figura di Salvini, ci consegnano un paese schiavo del segretario leghista qualsiasi cosa faccia. Cinque mesi fa a Bologna l’unica domanda che mi facevano è ‘che cosa pensi di Salvini?‘”.
MATTIA SANTORI (SARDINE): “NOI ABBIAMO MESSO I BASTONI FRA LE RUOTE A SALVINI”
Mattia Santori, leader delle Sardine, è stato quindi nuovamente incalzato da Floris, che gli ha chiesto come mai gli si domandi sempre di Matteo Salvini ovunque egli vada. Il giovane ha replicato: “Siamo sicuramente stati una forza di movimento sociale, di popolo, che ha messo il bastone tra le ruote a Salvini come forse nessuno lo faceva da tempo. Questo ha pagato anche nei risultati. Mi chiedono di lui perché si rincorre sempre un’attualità politica fatta del ‘chi la spara più grossa’”. Dopo mesi i “pesciolini” sono ancora associati alla figura del segretario del partito del Carroccio, dunque; d’altro canto, loro sono nati proprio in contrapposizione alla sua linea politica e alle sue idee e, dunque, è inevitabile che vengano visti come i suoi “antagonisti”. “Abbiamo colto un sentimento alternativo – ha commentato Mattia Santori -. Poi noi non siamo professionisti della politica, abbiamo altri lavori“. Parole di pretattica in vista di un eventuale ritorno alle urne? Chissà…