Benché ormai il peggio sia alle spalle, pure il calciatore della Juventus Blaise Matuidi non si nasconde quando racconta della sua esperienza con il coronavirus, a cui era risultato positivo già nel mese di marzo, come i due suoi compagni di squadra Rugani e Dybala. Benché infatti il centrocampista francese era risultato fin da subito asintomatico, pure quei giorni di isolamento completo in casa e di forte paura per i familiari che gli erano vicini hanno certo lasciato un forte segno. Matuidi, da metà aprile completamente guarito, intervenendo nel corso di una diretta sul canale YouTube “Bros Stories” assieme a Mehdi Benatia ha infatti raccontato ai followers: “È stato terribile, quando ero positivo non potevo neanche uscire a fare la spesa. Non ho avuto sintomi, ma appena ho saputo la notizia sono rimasto scioccato ed è iniziata una psicosi. Ero preoccupato per le persone che stavano intorno a me, si trattava di un’esperienza nuova alla quale non eravamo abituati”.
MATUIDI SI RACCONTA: “PREOCCUPATO PER IL FUTURO DEL CALCIO”
Nella lunga testimonianza Matuidi poi non nasconde che probabilmente ci vorrà ancora diverso tempo per mettersi completamente alle spalle questa drammatica esperienza: il coronavirus di fatto ha cambiato non solo la vita del calciatore della Juventus ma quella di tutti noi, e pure modificherà l’intero sistema calcio (sempre che questo possa pure ripartire). Matuidi ha infatti aggiunto: “Mentalmente devi essere forte, ma servirà del tempo. Anche per la mia famiglia e per i miei amici non è stato facile, ma sono stato in grandi di rassicurarli. Non è un bel periodo, vogliamo davvero che tutto questo finisce il prima possibile. Mi chiedo cosa succederà al calcio e alla vita di tutti i giorni”. E di certo sono dubbi che tutti, dai club fino ai semplici tifosi, si stanno ponendo proprio in questi giorni dove è forte la tensione tra lega e federazione con il governo per fissare la ripartenza di allenamenti e ovviamente del campionato della Serie A. La volontà infatti del mondo del pallone è quella di ripartire al più presto ma le modalità e le date entro cui poter fare ciò non sono chiare e dipendono dall’evolversi della pandemia in Italia e non solo, il quale pure è ancora dubbio.