Ci fosse stato da suggerire un tema per la maturità del 2019, non avrei avuto nessun dubbio: solo spunti attorno a quel genio che è stato Leonardo. Naturalmente come tutti gli anniversari troppo rotondi e importanti (per Leonardo sono 500 precisi dalla morte), saremo smentiti. Del resto la nuova struttura per i temi prevista dal ministero da quel che sembra di capire poco concede alla ritualità degli anniversari. Eppure, anche se non capitasse la fortuna di scrivere attorno ad una suggestione leonardesca, l’augurio ai primi millennial chiamati alla prova di maturità, è quella di avere in Leonardo una stella polare per il proprio percorso, a cominciare proprio da oggi. Perché Leonardo? Perché era uno che non perse mai la fame di imparare. Essendo figlio illegittimo aveva avuto un percorso formativo un po’ scarso. Per dirne una, non sapeva il latino: quindi ne sapeva meno di tanti di voi, cari studenti, che sarete chiamati giovedì a mettervi alla prova non solo con il latino ma anche con il greco.



Da Leonardo però c’è da imparare non tanto il latino, ma la caparbietà con cui volle comunque recuperare quel gap di competenze, a cominciare proprio dal latino, di cui riempiva interi fogli dei suoi celebri Codici.  A questo proposito: più che di Codici come oggi vengono chiamati, si trattava di taccuini. Leonardo se ne portava sempre uno dietro e anzi aveva fatto confezionare le sue vesti con una tasca di dimensioni apposite. Oggi il taccuino nelle vostre mani è lo smartphone e il suggerimento che Leonardo vi darebbe è quello di farne uno strumento per annotare tutto ciò che vi sorprende o vi incuriosisce. Farne quindi l’inizio di un percorso di conoscenza e di approfondimento.



Leonardo era indubbiamente un uomo originale, a partire da quella sua scrittura sinistrorsa, che in realtà non nasconde nessun particolare mistero ma è frutto di un apprendimento più a forza di istinto che di regole didattiche. L’originalità non è affatto una caratteristica esclusiva degli uomini speciali. Leonardo anzi era originale come potreste esserlo benissimo voi, a partire dal tema che siete chiamati a fare questa mattina: non s’accontentava mai delle formule fatte, gli piaceva indagare su ogni cosa, non per malfidenza ma per un’indomabile curiosità.

Essere originali non significa affatto essere bizzarri: significa avere il gusto di smarcarsi da quello che vi viene offerto come un sapere preconfezionato, da prendere a scatola chiusa. Per Leonardo il sapere era sempre esito di un’esperienza: in questo suo percorso c’era dunque una dose ineliminabile di inquietudine, perché nulla garantiva che l’esperienza rappresentasse appunto un “esito” acquisito una volta per tutte.



L’inquietudine che vi prende alla vigilia di questa prova non è solo stress, come vi raccontano. È energia preziosa tutta da scoprire, che fa tenere sempre in cammino e che ci libera dal destino di essere dei tranquilli replicanti. Leonardo non lo è stato, ma non perché fosse un genio, ma perché si lasciava sollecitare e anche mettere in discussione da tutto ciò che la realtà gli metteva davanti. Gli potessimo chiedere cos’è per lui la maturità, ci risponderebbe che è un continuo divenire…