TRACCIA PASCOLI, PROF DENUNCIA ERRORE IN PRIMA PROVA MATURITÀ

Non è certo la prima volta che all’Esame di Maturità salta fuori un possibile errore commesso dal Ministero nel somministrare le tracce di Prima e Seconda Prova: quando però si pensava che almeno con le 7 tracce della Maturità 2022 fosse andato tutto liscio, ecco una denuncia che arriva dalla provincia di Brescia contro la traccia A1 della Prima Prova del 22 giugno.



Un docente di una scuola superiore a Orzinuovi, contattando il “Giornale di Brescia”, avrebbe scoperto un possibile errore nella traccia dell’Analisi del testo sulla poesia “La via ferrata” di Giovanni Pascoli: nello specifico, «il Ministero dell’Istruzione ha scambiato il treno con il telegrafo», è la denuncia fatta dal professore al quotidiano locale. «Il Ministero nella nota numero 8 della poesia di Pascoli ‘La via ferrata’ attribuisce il ‘femminil lamento’ citato dall’autore al fatto che i ‘fili del telegrafo emettono un suono che talora pare lamentosa voce di donna’», racconta il prof. Francesco Uberti al “Giornale di Brescia”. Correggendo dunque il Miur, il professore d’italiano commenta «In realtà non è così. Il lamento viene paragonato da Pascoli al treno e non al telegrafo».



LA REPLICA DEL MIUR: “NO UNIVOCITÀ DI INTERPRETAZIONE”

Dopo il clamore sollevate dalla possibile dimenticanza/errore della Commissione Maturità 2022, è il Ministero dell’Istruzione a replicare direttamente contattato dal quotidiano online “Fanpage”: «le note non sono state elaborate da coloro che hanno redatto la traccia, ma sono tratte dall’edizione citata come fonte».

Nel caso specifico, la poesia “La via ferrata” è tratta da “Poesie” di Giovanni Pascoli, Garzanti, Milano, 1994, note a cura di Maurizio Cucchi, poeta, critico letterario, traduttore e pubblicista italiano. La questione è però dibattuta tanto che nei vari libri di letteratura e critica non vi è «univocità di pensiero sulla traduzione»: come riporta ancora il MI, «i critici si sono divisi tra chi attribuiva il verso al treno e chi al telegrafo», anche se normalmente si tende a prendere in considerazione l’opzione del treno, dando così ragione al docente e non al Ministero, considerando anche il titolo scelto da Pascoli per l’opera letteraria.