Nemmeno il tempo di diffondere ufficialmente le tracce dei temi per l’esame di Maturità 2022 e subito si è scatenata sui media la bagarre. Chi ha manifestato il proprio plauso per le scelte operate dal Ministero (i più) perché giudicate comprensive nei riguardi degli studenti (vicine, cioè, ai programmi di studio) e chi ne ha visto un ritorno al passato, uno scollamento rispetto alla quotidianità dei giovani.



La verità è che accontentare tutti è missione difficile, anzi impossibile e, in fondo, controproducente proprio perché farebbe passare l’idea che non si voglia prendere una posizione chiara.

Nelle proposte di ieri, invece, ha vinto proprio la chiarezza: la cultura è una cosa seria. Dopo due anni “a maturità dimezzata” (la tesina preconfezionata da casa ha avuto il sentore della presa in giro, varata tanto per salvare la faccia), scusate se è poco. Semmai, è una proposta che arriva tardi, giusto sul filo di lana, in un sistema da “avanti tutti” che spesso relega la scuola dei saperi – meglio, del Sapere – in secondo piano rispetto a quella delle fantomatiche e riduttive competenze.



In ogni caso, ben vengano un argomento sempre attuale come il razzismo (Segre e Colombo), un problema cogente come il degrado dell’ambiente (Parisi), così come il rapporto con la tecnologia (Gheno e Mastroianni), e quello con la recente pandemia (Ferraioli) o lo stuzzicante rapporto fra musica e crescita personale (Sacks). Infine -ma l’abbiamo lasciata ultima apposta – la grande letteratura (Verga con la novella “Nedda”) e, udite udite, persino la grande poesia (Pascoli con “La strada ferrata”). Proprio lei, la desaparecida della nostra scuola.

Ebbene: per tanti, tantissimi studenti (diciamo pure la quasi totalità), ieri si è presentata l’ultima occasione di scrivere in vita loro un testo di sapore umanistico, una riflessione che a partire da una proposta letteraria o scientifica permetta loro di dire chi sono, cosa pensano, cosa vogliono. Raramente, molto raramente capiterà ancora sia nel mondo del lavoro, sia in università. Chissà se qualche loro insegnante gliel’ha ricordato, nei mesi scorsi.



Ecco perché il tema conserva, al di là delle facili promozioni che inevitabilmente fioccheranno e dei giudizi sulle tracce proposte, un valore inestimabile. Poche altre volte la società chiederà a ciascuno di loro, senza secondi fini, “Tu, cosa ne pensi”?.

Speriamo abbiamo affrontato l’esame di maturità con tale coscienza.

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