Quali argomenti verranno scelti quest’anno per la prima prova scritta dell’esame di stato, la maturità 2023? Proviamo a riflettere. Innanzitutto in pole position troviamo sicuramente l’anniversario manzoniano (150 anni dalla morte). Ma cosa potrebbe uscire di Manzoni? Sicuramente non un generico tema sui Promessi sposi. Perché non pensare a un parallelo tra la descrizione della peste presente nel romanzo e il periodo del Covid che abbiamo da poco superato? Oppure un tema sull’inclinazione manzoniana per la storia, e quindi sul rapporto tra narrativa e storia (presente anche in tantissimi romanzi contemporanei, da Manfredi alle opere degli Angela).
Molti credono anche che, dopo anni di silenzio, possa essere ripreso perfino D’Annunzio (160 anni dalla sua nascita), ma lo scrittore esteta è ormai ritenuto ai margini della cultura impegnata e “seria” del 900 e paga così le convinte scelte nazionaliste e interventiste che fece proprie in occasione del primo conflitto mondiale. Un governo di destra-centro, alla sua prima uscita, difficilmente sceglierà come autore del tema letterario di maturità D’Annunzio, per non esporsi a critiche ideologiche o faziose. Ricordiamo anche il centenario di Italo Calvino. Tenendo presente il pensiero di un sottosegretario alla Cultura di questo Governo su tale autore: “Italo Calvino è uno degli scrittori italiani più sopravvalutati. Con nomi come Cesare Pavese, Gabriele D’Annunzio o Giuseppe Tomasi di Lampedusa, Calvino è sicuramente un minore ed è la prova della smemoratezza culturale italiana”.
Un titolo potrebbe sicuramente riguardare La ginestra leopardiana, con al centro il difficile rapporto (tanto attuale e vivo oggi) tra l’uomo e la natura, nonché la creazione di una “social catena” cui noi tutti stiamo assistendo a causa della tragica alluvione dell’Emilia-Romagna.
Una (vana) speranza? Che nel 2023 si colmi la grave mancanza dello scorso anno: non aver onorato i cento anni della nascita di Pasolini. È vero, come molti mi hanno detto, che Pasolini è un autore a cui in quinta non si riesce ad arrivare. Ma almeno l’analisi e il commento di un testo degli Scritti corsari (sull’omologazione, l’influenza dei media, i giovani e il potere), a prescindere dalla diretta ed esauriente conoscenza dell’autore, potrebbe veramente essere un interessante argomento per tutte le stagioni.
Rispetto alla poesia, credo che Montale o Saba siano autori sempre pieni di sollecitazioni e di testi profondi e ricchi di spunti, sia sotto il profilo dei contenuti che di quello stilistico.
Ricordiamo poi, per quanto concerne i testi di attualità, l’accento posto quest’anno dal ministro Valditara sull’uso del cellulare in classe. Una sottolineatura della normativa sul divieto dell’uso improprio di social e smartphone che tanto ha fatto discutere. Il tema potrebbe chiedere al candidato di fare una verifica di questo “nuovo corso”: si giudica che sia stato positivo? Cosa ci ha guadagnato lo studente nella lezione e nel rapporto con professori e colleghi?
Inoltre il panorama di guerra a cui oggi, purtroppo, dobbiamo ancora assistere, potrebbe essere argomento di riflessione storica sui concetti di nazionalismo e di indipendenza. Oppure sugli equilibri politico militari che si sono creati nel dopoguerra in Europa e sulla loro instabilità e precarietà. La caduta del grande colosso sovietico – dopo il muro di Berlino – ha creato una energia centrifuga e un disordine che ora vogliono essere “normalizzati” di nuovo sotto un sistema occidentale americano/europeo o sotto un sistema nazionalista e imperialista russo.
Sembrerebbe infine possibile anche un tema storico-politico che metta al centro i difficili e non sempre risolti rapporti tra religione e potere politico (dalle teocrazie medievali alle odierne collusioni russe o iraniane o turche fra governi ideologico/identitari e capipopolo religiosi che orientano le scelte valoriali dei vari regimi).
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