PROSA, POESIA, RICORRENZE STORICHE E ATTUALITÀ: LE TRACCE DELLA MATURITÀ 2024
La Maturità 2024 ha ufficialmente inizio oggi con la prima prova scritta e la tradizione vuole che la giornata si apra con la caccia alle tracce: quali sono per ogni tipologia del tema di italiano, le ultime notizie, rumors e indiscrezioni sui titoli… I giochi però sono ormai fatti, perché il plico telematico è in ogni scuola per l’Esame di Stato. C’è sempre grande attenzione sull’analisi del testo (tipologia A), che propone due tracce, una sulla prosa e l’altra sulla poesia. Nel primo caso, ci sono sempre due autori che finiscono nel toto-tracce della Maturità 2024: si tratta di Gabriele D’Annunzio e Luigi Pirandello, ma quest’ultimo è uscito l’ultima volta nel 2003, quindi quest’anno potrebbe essere la volta buona. Per quanto riguarda la poesia, invece, più frequente è “l’apparizione” di Eugenio Montale, la cui ultima volta però risale al 2012, mentre più recente è l’uscita di Giovanni Pascoli, cioè due anni fa.
Ma i “pronostici” sulle tracce della Prima Prova Maturità 2024 indicano anche Giuseppe Ungaretti e Giacomo Leopardi, anche se quest’ultimo, essendo morto prima dell’Unità d’Italia, non rientra tra gli autori papabili, visto che solitamente si spazia tra opere che risalgono da quella fase in poi. Le ricorrenze storiche spesso ispirano le tre tracce del testo argomentativo (tipologia B), con il delitto Matteotti, Prima guerra mondiale, sbarco in Normandia e Oppenheimer tra i “candidati”. Tra le tipologie più gettonate della prima prova scritta di italiano della Maturità c’è senza dubbio il tema di attualità (C), su cui gli studenti possono cimentarsi per trattare temi più “vicini”, come l’intelligenza artificiale, la guerra a Gaza, la parità di genere e la violenza sulle donne, che rientrano nel toto-tracce della Maturità 2024 al pari del conflitto in Ucraina.
RUMORS SUI TITOLI e TRACCE MATURITÀ 2024: I POSSIBILI “RIPESCAGGI” E LE SORPRESE DELLA PRIMA PROVA
Non c’è mai nulla di scontato con l’Esame di Stato, motivo per il quale anche la Maturità 2024 non risparmia ansie ai maturandi a partire dalla prima prova scritta. In realtà, pare che il tema di italiano sia quello che impensierisce meno gli studenti, probabilmente perché tra le varie tracce alla Maturità 2024 potrebbe essercene comunque una per le proprie corde, ma visto che abbiamo affrontato il discorso del toto tracce, allora non possiamo citare delle possibili sorprese. Oltre a Italo Svevo, che non si vede dal 2009, c’è come ricorrenza la morte di Primo Levi, avvenuta 105 anni fa.
Attenzione ai possibili “ripescaggi“, perché l’anno scorso cadeva il 150esimo anniversario della morte di Alessandro Manzoni e il centenario della nascita di Italo Calvino, eppure non finirono nelle tracce dell’anno scorso, ma potrebbero finire in quelle della Maturità 2024. Ci sono poi gli “ignoti”, come le sorprese Magris nel 2013, Caproni nel 2017 e l’anno scorso Moravia, che solitamente viene escluso nel programma dell’ultimo anno. Ancor più imprevedibili le tracce della seconda tipologia, visto che si possono toccare ambiti diversi. Potrebbe trovar spazio Facebook, che veniva creato 20 anni fa, che potrebbe però essere inserito nel tema d’attualità.
TEMA D’ITALIANO, QUALI SONO STATE LE TRACCE DELLA MATURITÀ 2023
Ricordiamo quali sono state le ultime tracce della prima prova scritta della Maturità, partendo dall’analisi del testo, per la quale furono proposti Salvatore Quasimodo e Alberto Moravia, rispettivamente con “Alla nuova luna” e “Gli indifferenti”. Invece, il testo argomentativo chiedeva un riassunto delle visioni di Cavour e Mazzini partendo dal brando di Chabod; c’era anche l’ultima opera di Piero Angela, “Dieci cose che ho imparato”, per spiegare gli effetti della “distruzione creativa” e il concetto di “ricchezza immateriale”; la terza traccia di questa tipologia fu Oriana Fallaci, con un brano tratto da “Intervista con la storia”, per un parallelismo con la situazione attuale. Le due tracce della terza tipologia chiedevano di elaborare un tema di attualità sulla lettera aperta all’ex ministro dell’Istruzione Bianchi o sull’articolo di Marco Belpoliti pubblicato nel 2018 su Repubblica, in cui si soffermava sui sistemi di messaggistica come WhatsApp e come è cambiata la percezione del tempo.