Maurizio Battista è intervenuto nel pomeriggio odierno ai microfoni di “Oggi è un altro giorno”, trasmissione di Rai Uno condotta da Serena Bortone. Subito, il comico ha ironizzato insieme alla presentatrice sul suo titolo di studio: “Ho la terza media, sì. Però così Serena mi umili… Io ho preso la terza media che valeva, quella di una volta! Ci ho messo cinque anni per pijarla!”.
Dopodiché, Battista ha detto di provare un profondo dispiacere quando recita a teatro, in quanto, rispetto a molti altri suoi colleghi, lui non ha la fortuna di avere i suoi genitori seduti in platea, in quanto non ci sono più da alcuni anni: “Loro non hanno mai visto il mio successo, purtroppo. Mio padre Antonio era un barista, un personaggio. Quando è morto mi ha lasciato dei debiti, pari a 30 milioni di lire. Però, ho ereditato da lui questa verve, questo Dna. Ho avuto un rapporto conflittuale con lui e, quando se n’è andato per via di un infarto, io ero con lui”.
MAURIZIO BATTISTA: “I GEMELLI DI GUIDONIA? SONO TRE LECCHINI…”
Ripercorrendo la sua avventura a “Ballando con le Stelle“, a cui partecipò in passato in coppia con la ballerina Vicky Martin, Maurizio Battista si è concesso una battuta: “Mi sono accorto che una sola gamba pesa 220 chilogrammi, è stato un dramma!”. Successivamente, l’attore ha ripercorso la sua carriera, iniziata facendo l’assistente dei maghi, fra cui Silvan: “Avevo già moglie e figli. Chiudevo il bar e andavo a fare questo lavoro. I trucchi? No, non posso rivelarli… Magari dopo”.
Sulla sua amicizia con Max Tortora, Maurizio Battista ha rivelato: “L’altra sera l’ho fatto salire all’improvviso sul palco. Secondo me manca lui sui palcoscenici teatrali. Per dieci minuti ha riscosso un grandissimo successo, l’ho visto emozionato”. Poi, sui Gemelli di Guidonia: “Sono dei lecchini – ha asserito scherzando –. Li porterò con me a Broadway prossimamente”. Infine, un discorso sui suoi figli: “Loro pensano che non sia stato un bravo padre? Può darsi, secondo me lo sono stato. Parlare con loro di questo non è detto che sia necessario, ci si può anche non parlare”.