Maurizio Battista, comico nostrano, è tornato di recente in tv su Rai2 con lo spettacolo in prima serata sugli anni Ottanta, Poco di tanto. Purtroppo però i risultati in termini di ascolto non sono stati quelli sperati. Se nella prima puntata dello scorso 14 maggio ha registrato il 3,6% di share, non è andata meglio nella successiva con il 3,5% passando al 3,1%. Gli esperti di tv lo hanno definito a gran voce un “flop”, in particolare alcuni giornalisti come Davide Maggio e Marco Castoro di Leggo. Commenti che però non sono affatto andati giù al comico che ha deciso di reagire con due dirette Facebook ciascuna di oltre 10 minuti ed entrambe cancellate nelle passate ore, in cui attacca senza molti giri di parole i due giornalisti screditando il lavoro degli stessi. Rivolgendosi a Castoro di Leggo, infatti, ha commentato: “Castoro scrive per alcuni giornali, non certo sul New York Times o il Corriere della Sera”. Ed ancora, “Io so un’eccellenza mentre Castoro è un freelance”, “Io sono un leone, tu sei un cane”, mettendo anche in dubbio il lavoro del giornalista: “Ma sei sicuro che i numeri sono questi? Sei sicuro che i numeri sono reali?” e passando a quelle che appaiono come delle vere e proprie minacce a Leggo: “Siamo grandi inserzionisti di Leggo la prossima volta quando dovremmo fare pubblicità lo terremo molto presente. Magari su Leggo non faremo pubblicità”. Non va meglio al collega Davide Maggio chiamato erroneamente “Di Maggio” e la sua definizione di “pseudo giornalista”.
MAURIZIO BATTISTA, SHOW FA “FLOP”: PAROLA AI GIORNALISTI OFFESI
Sia Davide Maggio che Davide Desario, direttore di Leggo, hanno deciso di replicare a Maurizio Battista, come riferisce Franco Bagnasco su Tpi. Il primo ha deciso di puntare su quella che dovrebbe essere l’arma vincente dell’attore, ovvero l’ironia: “Se in tv non lo guarda nessuno, figurarsi sui social. La cosa tuttavia non mi stupisce: se dovessimo tenere in considerazione il parere di chi va in video, ci troveremmo a discettare soltanto di successi straordinari, anche in presenza di programmi che non vedono nemmeno i parenti stretti del conduttore. Roba da ridere. Anzi, nel caso del comico di cui parlate, nemmeno quella”, ha commentato Maggio. “Credo non faccia ridere nessuno. Però devo essere onesto, ha ragione: il 3% non è un flop, ma un superflop. E se è vero, come dice, che gli artisti devono essere giudicati solo dagli artisti, credo proprio che possa essere giudicato da chiunque”, ha poi chiosato. A prendere la parola anche il direttore di Leggo, Desario che ha voluto precisare: “Battista non ha letteralmente capito la differenza tra un’analisi dei dati Auditel e un articolo che recensisce il suo spettacolo. Che non è stato recensito. Sono stati invece giudicati i risultati d’ascolto”. Il direttore ha poi difeso il lavoro del giornalista freelance e del suo stesso giornale: “cosa peggiore, è credere che facendo pubblicità su un giornale, quel giornale ne debba per forza parlare bene. Non so in che mondo viva e abbia vissuto sino a oggi Maurizio Battista. Il dispiacere è che gli sia stato dato tanto credito, al punto da portarlo in prima serata su Raidue, quando ci sono fior fior di comici e autori che probabilmente valorizzerebbero quegli spazi molto meglio”.
LE SCUSE DEL COMICO
Finalmente la parola è passata al diretto interessato, artefice della querelle, il quale con una nuova diretta Facebook oggi ha voluto chiedere scusa: “Se qualcuno si è sentito offeso mi scuso”, ha spiegato Maurizio Battista. La colpa del suo impeto sarebbe da ricercare proprio nel risultato non proprio eccellente della trasmissione. “Non è cattiveria è che quando hai una grande delusione, fai quello sfogo… era rivolto alla parola flop”, ha aggiunto, rivolgendo però le sue scuse solo a Castoro ma non certo a Davide Maggio. Anche a Tpi ha ribadito l’accaduto: “Prima ho visto quella cosa di Di Maggio, poi Castoro che ha tirato in ballo il ‘flop’, e me so’ offeso. Ho 63 anni, con quelli della Ballandi avevamo messo assieme un programmino particolare, ricercato, per rete e target. Una cosa fatta col cuore, in un momento molto difficile. Era come un figlio per me”. Quindi ha proseguito: “Ci sono rimasto male. Ci voleva un po’ più di sensibilità da parte sua, doveva metterci magari quelle quattro-cinque parole in più pe’ spiegà anche che ci sono stati altri (nun me faccia fa’ nomi) che hanno fatto quell’ascolto”. Battista ha ammesso dunque di aver reagito d’istinto: “Se s’è offeso mi scuso, ma in fondo nun è morto nessuno, dai. Voi giornalisti dite la vostra, io dico la mia”. Poi sulla minaccia di non fare più pubblicità a Leggo ha proseguito: “Ma non so se è una minaccia… Avessero messo un minimo di parole in più, un aggettivo. Lei che cosa vuole che le dica, mi perdoni? Lei mi fa queste domande, io le sto dando spazio del mio tempo, lei che cosa vuole sentirsi dire? È stato un giorno storto, tutto lì”. Alla fine della conversazione con Bagnasco però, Battista è arrivato alla conclusione che, sì, il programma su Rai2 “è andato male ed è stato un flop. Del resto ne ho sbajate tante, anche i matrimoni, quindi…”.