Maurizio Cerrato aveva 61 anni quando, nel 2021, fu ucciso per un parcheggio a Torre Annunziata davanti alla figlia. Era intervenuto per difenderla durante una lite con alcuni residenti, dopo che la ragazza aveva posteggiato la sua auto dove prima c’era una sedia e qualcuno, per questo, le aveva squarciato una gomma. Maurizio Cerrato lavorava come custode al Parco Archeologico di Pompei, era sposato e aveva due figlie a cui era legatissimo.
Quel giorno di aprile, il 19, fu colpito con ferocia con una coltellata al petto dopo essere stato picchiato selvaggiamente. “Prima di morire, papà mi ha guardata“, ha raccontato la figlia tra le lacrime davanti alle telecamere dei giornalisti dopo la tragedia, determinata a chiedere giustizia per il genitore insieme alla mamma e alla sorella. Per l’omicidio di Maurizio Cerrato sono finite a processo quattro persone.
Chi è Maurizio Cerrato ucciso per un parcheggio a Torre Annunziata: la ricostruzione dell’aggressione
Maurizio Cerrato subì la brutale aggressione in cui rimase ucciso davanti al parcheggio dove sua figlia aveva messo la sua auto prima di andare al lavoro. Quello spazio prima era libero, non c’erano altri veicoli se non una sedia ad “occuparlo” che lei aveva tolto per poter parcheggiare. Al suo ritorno, la scoperta di una ruota squarciata. La ragazza chiamò il padre per sostituirla, ma presto tutto si tradusse in tragedia.
Padre e figlia furono raggiunti da un gruppo di soggetti di uno stesso nucleo familiare e Maurizio Cerrato sarebbe stato aggredito alle spalle, prima con un compressore portatile e poi con un’arma da taglio. Almeno quattro le persone che sarebbero entrate in azione contro il 61enne, circondato e pestato prima di essere accoltellato al torace.
Le indagini sull’omicidio di Maurizio Cerrato e il processo
Le indagini per l’omicidio di Maurizio Cerrato partirono da un punto cruciale: la testimonianza oculare della figlia che vide il padre morire sotto i suoi occhi per un parcheggio. Sarebbe stata lei a fornire elementi decisivi per portare ai presunti assassini.
In carcere, con l’accusa di omicidio volontario, finirono quattro uomini di 51, 42, 33 e 26 anni. L’inchiesta portò a identificare anche chi sferrò la coltellata mortale. In primo grado e in appello, stessa sentenza a carico dei quattro imputati: 23 anni di reclusione per Giorgio e Domenico Scaramella, Francesco e Antonio Cirillo, ritenuti responsabili della morte di Maurizio Cerrato.