Maurizio Costanzo ospite a Domenica In di Mara Venier. A ventiquattro ore dal debutto della nuova stagione “‘S’è fatta notte”, il programma di interviste trasmesso in seconda serata su Rai1, il giornalista e conduttore si racconterà a cuore aperto tra vita privata e lavorativa. Sicuramente Costanzo si soffermerà anche sull’attentato di Via Fauro che l’ha visto protagonista nel 1993. Durante quegli anni il giornalista e conduttore televisivo si esprimeva nelle trasmissioni contro di mafia, un atteggiamento che non è piaciuto a Cosa Nostra. In quegli anni, infatti, dopo l’omicidio di Libero Grassi, Costanzo e Michele Santoro realizzarono una maratona televisive a reti unificate tra Rai e Mediaset proprio contro la mafia. Indimenticabile il momento che vide Costanzo bruciare in diretta una maglia con su scritto Mafia made in Italy. La scena, così come la forte amicizia tra Costanzo e Giovanni Falcone non fu vista bene al punto da organizzare un attentato.
L’attentato a Maurizio Costanzo
Correva il febbraio 1992 quando Giuseppe Graviano, Matteo Messina Denaro, Vincenzo Sinacori, Lorenzo Tinnirello, Cristofaro Cannella, Francesco Geraci, un gruppo di mafiosi di Brancaccio e della provincia di Trapani, arrivano a Roma per organizzare un attentato contro Giovanni Falcone, il ministro Martelli e Maurizio Costanzo. Un gran numero di armi e di esplosivo vengono nascoste all’interno del camion di Giovanbattista Coniglio e trasportate a Roma dove vengono segregate nella casa di Antonio Scarano. Dopo aver cercato di individuare gli spostamenti del giudice Falcone e del ministro Martelli, i mafiosi decidono di colpire il presentatore Maurizio Costanzo, ma il capo dei capi Salvatore Riina chiese di sospendere il tutto e rientrare in Sicilia. A distanza di 26 anni da quell’evento, si torna a parlare dell’attentato per via di una grane novità. La Procura di Firenze in queste ore ha contestato all’ex Premier Silvio Berlusconi anche l’attentato fallito ai danni di Costanzo, che riuscì a salvarsi dall’esplosione di un’autobomba a Roma.
“L’Attentato di Via Fauro? Riina disse ‘Questo costanzo mi ha rotto i c*glioni”
Maurizio Costanzo non crede assolutamente che Silvio Berlusconi sia minimamente coinvolto nel fallito attentato di mafia ai suoi danni risalente al maggio del 1993. Ad affermarlo è stato lo stesso, intervistato due anni fa sull’argomento. Si perché già nel 2017 circolavano voci su un presunto coinvolgimento dell’ex Premier nei fatti di via Fauro: “Ho sempre creduto di aver dato fastidio con le mie trasmissioni di inizio anni 90 con Michele Santoro sulla mafia – diceva all’epoca il baffuto giornalista – sono stato l’unico e mi dissero che Totò Riina un giorno disse: ‘Questo Costanzo mi ha rotto i c*glioni’. Mai pensato che c’ entrasse Berlusconi, anche se ne ho lette tante non lo credo. Lui quella sera mi telefonò a casa e mi disse: ‘Stai attento’. Mi venne naturale rispondergli: ‘Attento a cosa? Ormai è successo’. Io ho letto tutto quel che è uscito, ma no, non ci credo”. Il collega del Fatto fece all’epoca anche una domanda su Dell’Utri, oggi imputato nel processo sulla trattativa Stato-mafia, nonché ex collega proprio di Costanzo: “Credo in questa vicenda? Non lo so. Mi sono posto spesso a questa domanda. Non riesco a crederci molto. Non so rispondere anche perché non ho gli strumenti. Avendo avuto un attentato non sono andato a guardare troppo insomma ho già dato”. (Agg. di Davide Giancristofaro)
Matteo Renzi sull’attentato di Costanzo: “Berlusconi indagato? Mi lascia attonito”
La notizia di Silvio Berlusconi indagato anche per l’attentato saltato a Maurizio Costanzo ha colpito in queste ore l’opinione pubblica. Anche Matteo Renzi ha commentato la notizia scrivendo su Facebook: “ho sempre detto che rispetto i magistrati e aspetto le sentenze definitive, quella della Cassazione. Confermo questo giudizio. Ma vedere che qualche magistrato della procura della mia città da anni indaghi sull’ipotesi che Berlusconi sia responsabile persino delle stragi mafiose o dell’attentato a Maurizio Costanzo mi lascia attonito”. Poi l’ex segretario del PD prosegue dicendo: “non ho mai governato con Berlusconi e mai Forza Italia ha votato la fiducia al mio governo (a tutti gli altri sì, a me no): dunque posso parlare libero, da avversario politico. Berlusconi va criticato e contrastato sul piano della politica. Ma sostenere 25 anni dopo, senza uno straccio di prova, che egli sia il mandante dell’attentato mafioso contro Maurizio Costanzo significa fare un pessimo servizio alla credibilità delle istituzioni italiane. Di tutte le istituzioni”.