Focus sulla morte di Maurizio Costanzo stamane negli studi di Uno Mattina in famiglia. Ospite Giancarlo Governi, autore nonchè amico da una vita proprio del compianto giornalista deceduto nella giornata di ieri. Ha raccontato un curioso aneddoto sulla sua vita: “Il mio ricordo di Maurizio Costanzo è quello di un ragazzo, un giovanotto alle prime armi, bulimico di lavoro, andava alla ricerca continua di contratti e lavoro. Aveva una casa a San Felice Circeo, gliel’aveva fatta comprare Luciano Rispoli che è stato un po’ il suo mentore, veniva lì solo in agosto.”



“Si portava una borsa piena di gettoni e la mattina quando si alzava chiamava tutti i dirigenti della Rai e se trovava libero era tranquillo mentre se trovava occupato diceva che lo stavano facendo fuori e la vacanza era rovinata. Lui – ha aggiunto – intervistava le persone come le avrebbe intervistate lo spettatore. Intervistava le parole più umili e quelle più elevate facendogli domande che gli avrebbe fatto lo spettatore. Sgarbi nasce da una parolaccia contro un prof di lettere del Virgilio”, ha aggiunto ricordando uno dei tanti personaggi lanciati da Maurizio Costanzo.



MAURIZIO COSTANZO, TIBERIO TIMPERI: “SE SONO QUI LO DEVO ANCHE A LUI…”

Il conduttore di Uno Mattina in Famiglia, Tiberio Timperi, ha poi preso la parola: “Maurizio Costanzo mi ha invitato al Parioli e da lì tutto è cambiato. Se sto qui lo devo a Maurizio, con lui c’è stata un’amicizia ma non è mai venuto meno il timore reverenziale per ciò che ha fatto. Vederlo sul palco era una lectio magistralis”.

In collegamento anche il giornalista Francesco Specchia di Libero, grande esperte dei media, che ha confermato quanto detto da Giancarlo Governi: “Maurizio Costanzo talmente bulimico, e 15 anni fa gli consigliai di andare in pensione e lui mi disse che sarebbe andato in pensione quando si sarebbe stufato. Pochi giorni fa ha scritto l’ultimo pezzo dal letto d’ospedale e questo era Maurizio Costanzo. Lui aveva una tecnica straordinaria per le interviste – ha aggiunto Specchia – che aveva studiato dagli americani: dopo una prima domanda cercava di far aprire l’interlocutore e poi da lì riusciva ad entrare nell’intimità del suo ospite”.