Maurizio Costanzo è stato condannato dal tribunale di Ancona ad un anno di carcere, con la sospensione della pena, subordinata al pagamento di 40mila euro come risarcimento danni. Il conduttore è stato ritenuto colpevole di aver diffamato il gip che si era occupato del caso Gessica Notaro, la donna sfregiata con l’acido dall’ex fidanzato Edson Tavares. La vicenda risale al 20 aprile 2017, quando Maurizio Costanzo aveva ospitato la vittima dell’aggressione al suo Show. La donna, rispondendo alle domande del conduttore, aveva ripercorso le tappe della vicenda drammatica, ricordando come il gip avesse chiesto per l’ex fidanzato della Notaro, che lo aveva già denunciato per stalking, solo il divieto di avvicinamento, non gli arresti domiciliari, come richiesto dal pm.
«L’ho denunciato sperando che la facesse finita. Vorrei sapere perché il pm ha deciso che andava arrestato e invece il gip gli ha dato solo gli obblighi domiciliari», aveva dichiarato Gessica Notaro. Allora Maurizio Costanzo aveva preso le sue difese, attaccando con ironia il giudice: «Complimenti a questo gip, vogliamo fare il nome del gip che ha fatto questo? Io mi voglio complimentare col gip. Dico al Csm (il Consiglio Superiore della Magistratura, ndr): fate i complimenti da parte mia al gip che ha deciso questo», il commento del conduttore.
MAURIZIO COSTANZO DOPO LA SENTENZA DI CONDANNA
Il nome del giudice, Vinicio Cantarini, in servizio al tribunale di Rimini, non era in realtà mai stato fatto da Maurizio Costanzo, sebbene il riferimento fosse inequivocabile. Così il togato aveva prima diffidato il conduttore, che lo aveva invitato al Maurizio Costanzo Show offrendogli il diritto di replica, e poi aveva deciso di querelarlo. La denuncia è stata accolta e ha portato alla condanna di Maurizio Costanzo, anche se i legali avevano sottolineato come non ci fosse alcuna volontà diffamatoria nelle parole. In ogni caso la difesa del conduttore faranno ricorso in appello. «Non commento le sentenze, parlano da sole. Io so solo di avere difeso una giovane donna che è stata sfregiata e che in conseguenza di ciò ha perso un occhio», si è limitato a dire il conduttore ai microfoni del Corriere della Sera in merito alla condanna.
Stando a quanto riportato da Libero, gli autori dell’indagine, i professori Pieremilio Sammarco e Vincenzo Zeno-Zencovich, hanno esaminato tutte le sentenze, circa 700, emesse dal tribunale di Roma tra gli anni 2015 al 2020 in materia di diffamazione. Le sentenze di accoglimento erano state solo il 36%, con un importo complessivo a titolo di risarcimento di circa 20mila euro. Ma quando la denuncia era stata presentata da un magistrato, le sentenze di accoglimento salivano a quasi l’80%, con un quantum risarcitorio attestato su circa 40mila euro, superiore alla media degli importi riconosciuti a qualsiasi altra categoria.