Di Maurizio Costanzo ricordo il profumo. Sapeva di buono. Ricordo che era sempre in ordine, anche alle 8 di mattina. Sì, perché lui si alzava prestissimo e fissava riunioni all’alba. E, mentre gli astanti sonnecchiavano lui era lucidissimo, come sempre.
Ricordo la memoria fotografica. Incredibile. La prima, anzi la seconda, volta che ci incontrammo, io ero con Alessandro Benetton. Eravamo all’Hotel Byron di Roma, e io ancora non sapevo che sarebbe cambiata la mia vita. Maurizio mi guardò e mi disse “ma noi ci conosciamo”. Io stralunato gli dissi che sì, c’eravamo incrociati anni prima a Montecarlo. Fu solo la prima di mille volte che mi stupì per velocità, intelligenza e arguzia. Quella mattina nacque la Maurizio Costanzo Comunicazione, dove mi volle amministratore delegato, che poi figliò Community, che da più di vent’anni è la mia società.
Per circa due anni ebbi l’onore di vivere al suo fianco. È stata l’università in diretta. Era l’inizio del millennio, in quel momento Maurizio conduceva il Costanzo show all’apice, Buona Domenica ed era anche direttore di Canale 5. Era l’uomo più potente d’italia. Nell’anticamera del suo studio in via Cesi potevi vedere i più importanti politici mischiarsi con industriali, attrici e protagonisti delle soap opera. Tutti in cerca di consigli che lui dispensava in quantità ma sempre in modo avveduto. Perché era una delle persone più veloci di testa che io abbia conosciuto. Curioso, colto, spiritoso, generoso.
Un anno mi chiamò il 16 agosto per scusarsi che si era dimenticato di farmi gli auguri di Ferragosto. Maurizio era il crocevia di mille mondi che però non mischiava mai. Io facevo parte di quello “serio”, poi c’era la tv e l’intrattenimento. Tranne quando mi obbligò ad andare al Maurizio Costanzo Show e come prima domanda mi chiese se sarei scappato con Marina del Grande Fratello. Si divertiva un mondo. Con il tempo, come capita, ci si è persi un po’ di vista. Due anni fa gli lasciai un messaggio per chiedergli se voleva fare un filmato di ricordo della società che aveva fondato. Mi richiamò subito. “Che posso fare per te, Auro?” Il giorno dopo avevo i saluti. Perché fra gli altri pregi aveva quello di lavorare sempre e di ricordarsi di chi gli aveva voluto bene.
Che la terra ti sia lieve, Maurizio.
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