A Maurizio Gasparri lo smart working proprio non piace. L’esponente di Forza Italia ha stroncato il lavoro da casa nel corso del suo intervento ad Agorà, bocciando totalmente la recente proroga sancita dall’esecutivo. «È uno scandalo, sta uccidendo le città», l’affondo dell’azzurro, che parlando del voto sullo scostamento di bilancio ha tenuto a ribadire: «Vogliamo la fine dello smart working che sta ammazzando le città italiane».
Lo smart working chiama in causa sia i dipendenti pubblici che non, una soluzione non più sostenibile per Gasparri: «I ministeri sono chiusi e la gente lavora da casa, ma città, commercio, bar e ristoranti muoiono: questa storia dell’emergenza che prolunga lo smart working ammazza le città e l’economia reale». Il forzista ha poi ricordato che già i turisti non affollano le piazze italiane e «se si tolgono i dipendenti che lavorano da casa» non va bene per il Paese.
Maurizio Gasparri non è l’unico politico a bocciare clamorosamente lo smart working. Recentemente – il 13 luglio, intervistato da Sky Tg 24, il sindaco di Milano, Beppe Sala, aveva smontato l’ipotesi di considerare il lavoro di casa come normalità: «Se dovessimo considerarlo normalità dovremmo ripensare interamente la città e ripensare la città richiede tempo». Ancor prima, a metà giugno, aveva precisato che «l’effetto grotta per cui siamo a casa e prendiamo lo stipendio ha i suoi pericoli, sminuire il problema è rischioso ma è giunto il momento di tornare a lavorare».