Maurizio Gentili è stato malmenato, torturato e sequestrato per 18 ore a Roma, per non aver pagato l’affitto. La sua storia è stata raccontata dallo stesso oggi a I Fatti Vostri: “Era il 2 ottobre scorso, era il mio proprietario di casa con altre due persone. Bussarono, ho aperto la porta e ho visto il proprietario dietro e agli altri due sbucare, mi hanno subito aggredito. Sono entrati dentro casa, c’è stata subito violenza, prima di tutto per delle denunce che avevo fatto tre mesi prima. Ho cercato di difendermi poi non ce l’ho fatta più. Mi dissero che non pagavo l’affitto io invece avevo sospeso di pagarlo perchè stava cedendo il controsoffitto del monolocale, stava crollando. Lui non si è mai impegnato ad aggiustarlo”.



Quindi a maggio “Mi son trasferito in un residence dove stavo lavorando, e non sono più entrato in casa ma il proprietario voleva pagare l’affitto comunque”. Maurizio Gentili è stato prelevato e portato vicino ai campi da golf, in quel di Roma: “Mi bloccarono sul letto, mi si sono seduti sopra, mi hanno legato le mani dietro e poi mi hanno infilato in macchina. Mentre mi picchiavano mi dicevano che ero stato stupido a fare le denunce”.



MAURIZIO GENTILI, IL SEQUESTO E POI LA FUGA: “CHIESI DI ANDARE IN BAGNO…”

Maurizio Gentili è stato in seguito portato in un altro casolare: “Appena entrai in questa abitazione trovai altre persone, in totale cinque persone. Poi c’erano dei momenti in cui facevano uso di stupefacenti e io stavo un po’ tranquillo, ma c’era chi aveva il machete, chi un coltello… non era una scazzottata, c’erano armi pesanti. Di notte ho riposato pochissimo, c’erano trenta secondi di tregua. Il machete era per farmi male e tagliarmi, all’inizio me lo davano per piatto poi dopo l’hanno usato per tagliarmi“.



Fortunatamente Maurizio Gentili è riuscito a scappare: “C’è stato un momento di riposo, mi avevano chiuso in una camera da letto buia, con due persone che mi controllavano. Io quella casa la conoscevo, chiesi se potevo andare in bagno, poi chiusi la porta, scaricai il water ho aperto il rubinetto del bidet, ho aperto la finestra e mi son gettato di sotto, era l’unica soluzione, non mi avrebbero fatto uscire. Io avrei dovuto procurare a loro il mattino seguente 4.600 euro o mi avrebbero ammazzato. Quando son scappato ho saltato due o tre recinzioni, che non so neanche io come ho fatto”. Gli aguzzini sono stati tutti arrestati fortunatamente.