l miglior disco di Eric Clapton dagli anni 70. Il miglior disco di JJ Cale da… quando è morto. Beggars and liars dell’ormai noto Maurizio Gnola Glielmo, una lunga carriera alle spalle, piacerà a tutti coloro che hanno amato il Clapton dei tempi di Slowhand che poi è il suo disco più influenzato dal quel rock blues asciutto e desertico del maestro JJ Cale.



Con tanti anni di musica alle spalle Gnola non ha bisogno di dimostrare nulla, ma certamente questo nuovo disco ci sembra il suo lavoro più completo, raffinato ed elegante. Dieci brani registrati con i suoi usuali accompagnatori (Cesare Nolli, Paolo Legramandi, Nik Taccori, Roger Mugnaini), uno con alla voce il bravo songwriter pavese Edward Abbiati, I got hurt di cui è anche l’autore, quello che per le sue caratteristiche un po’ country un po’ rock si distingue dal resto del repertorio, e uno con l’armonica di un altro fuoriclasse della bassa padana, Jimmy Regazzon (Stay with me, che Gnola e Regazzon hanno anche composto insieme).



Per il resto, oltre a un altro pezzo scritto con Abbiati, Ain’t got no place to go e un altro con Regazzon, No way outta here, e uno di Cesare Nolli, Always been there, Gnola si fa aiutare da Gianni Rava nella composizione e si affida a due cover di assoluta classe, You left the water running di Dan Penn incisa da Otis Redding e Baby’s gonna kick di John Hiatt.

Il risultato è un rock blues notturno e pieno di sentimento, con tocchi di chitarra della massima classe, che ricordano come detto i due maestri citati prima. Gnola non esagera mai, non si auto celebra, si pone in modo umile al servizio dello strumento allo stesso tempo in modo autorevole, e sa riempire il cuore di quei tocchi chitarristici che ogni intenditore ama: un blues che rimanda per forze di cose alla scena di Chicago e a maestri come Muddy Waters e Willie Dixon, la voce ben utilizzata, calda e pastosa e coinvolgente.



“Tulsa sound” veniva chiamato lo stile di Cale, capace di riunire in modo rilassato  country, blues e rock’n’roll e un po’ di jazz e che fece innamorare giganti della chitarra come Clapton e Mark Knopfler (ma anche una spruzzata di Sonny Landreth). Dopo aver ascoltato questo “mendicanti e bugiardi” possiamo dire con orgoglio che il suo erede attuale vive da noi, in Italia, e il suo nome è Maurizio Gnola Glielmo.