Maurizio Landini in pressing sul governo

. Dopo settimane di messaggi e richieste, il segretario della Cgil ha invocato risposte in tempi rapidi sui dossier più roventi. Dal Recovery plan al blocco dei licenziamenti, sono diversi i temi da approfondire con le parti sociali: «Ora serve una mediazione sociale per cambiare modello di sviluppo e creare nuova occupazione».



Intervenuto ai microfoni de La Stampa, Maurizio Landini ha spiegato che le risposte dal governo non sono ancora arrivate. Come già evidenziato, i sindacati hanno chiesto un confronto preventivo sulle riforme più importanti in programma, ma non solo: «Abbiamo posto il tema della salute e sicurezza sul lavoro», con una serie di provvedimenti come assunzioni negli ispettorati e nei servizi sanitari, oppure la patente a punti alle imprese per partecipare ai concorsi pubblici. Previsto un approfondimento anche sulla scuola: «Siamo in attesa di poter concludere un protocollo sui temi dell’istruzione e della formazione, ed un investimento sulla scuola e sulla riapertura in sicurezza a partire da settembre superando la precarietà e con adeguate assunzioni».



MAURIZIO LANDINI, MESSAGGIO AL GOVERNO

Maurizio Landini

ha poi ricordato due dossier fondamentali come la proroga del blocco dei licenziamenti e la riforma degli ammortizzatori sociali, sottolineando l’importanza di far ripartire gli investimenti pubblici – «per creare lavoro per i giovani, per le donne e per il Mezzogiorno» – e di mettere a terra le riforme per fare invertire la tendenza. Riflettori accesi sulla riforma del fisco, «che serve a combattere l’evasione, abbassare la tassazione sul lavoro dipendente ed i pensionati ed aumentare i loro redditi, e ad arrivare ad allargare la base imponibile in Italia come in Europa fino alle grandi rendite e ai grandi patrimoni». Maurizio Landini ha poi bocciato la proposta di sostituire la fine del blocco dei licenziamenti con la decontribuzione totale per i nuovi assunti, rimarcando il rischio di nuove fratture nel mondo industriale ed edilizio: «Noi proponiamo la riforma degli ammortizzatori, la logica della decontribuzione nel nostro Paese, di per sé, non ha mai fatto crescere l’occupazione. E se di decontribuzioni si vuole ragionare devono essere molto finalizzate, non a pioggia, e devono creare lavoro stabile».