Maurizio Landini lancia un messaggio al Governo: i fondi del Recovery vengano utilizzati per creare posti di lavoro di qualità. Intervistato da La Stampa, il numero uno della Cgil si è detto preoccupato dalle possibili difficoltà nell’utilizzo delle risorse comunitarie, complici i mancati investimenti sulla pubblica amministrazione. Il sindacalista ha denunciato il mancato coinvolgimento da parte del Governo, considerando le bozze poco convincenti circolate negli ultimi giorni: no a incentivi e decontribuzioni alle imprese senza condizioni, in questo modo si corre il rischio di sprecare una grande occasione. «Vorrei che si stabilissero i settori strategici e poi si vincolassero gli aiuti. Per esempio favorendo chi decide di far rientrare in Italia il lavoro che aveva trasferito all’estero. Costruendo filiere e reti di impresa. Anche così ci si prepara alla fine del blocco dei licenziamenti», ha spiegato Maurizio Landini, che ha poi bocciato lo stanziamento di soli 9 miliardi per la sanità, che ha già sofferto di tagli per 37 miliardi.



MAURIZIO LANDINI: “CONTE HA RAGIONE”

Dopo aver difeso lo sciopero dei dipendenti pubblici «si è dimostrato necessario» Maurizio Landini ai microfoni de La Stampa si è soffermato sulla task force di tecnici annunciata dal premier Conte e il suo giudizio è tranchant: «Invece di immaginare una pattuglia di manager esterni, si pensi ad assunzioni che rafforzano la struttura statale e all’utilizzo delle capacità presenti nella pubblica amministrazione». Il numero uno della Cgil ha invocato una struttura snella a Palazzo Chigi con un rappresentante per ministero e un responsabile per ogni regione, senza dimenticare un piano strategico condiviso. E la posizione di Maurizio Landini, quasi a sorpresa possiamo dire, è la stessa di Matteo Renzi: «È Renzi che si è trovato d’accordo con noi. Queste cose le diciamo da settembre. Noi chiediamo al governo che c’è di realizzare con noi le riforme del fisco, degli ammortizzatori, fino alla legge sulla rappresentanza».

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