Cartelle, riscossione e partite Iva: questi sono alcuni dei temi affrontati dal viceministro dell’Economia Maurizio Leo al Giornale, ai cui microfoni ha annunciato il piano del governo per riequilibrare il rapporto tra fisco e contribuenti attraverso una «rivoluzione fiscale». L’intervista parte dal concordato, che riguarda oltre 4 milioni di contribuenti nel complesso, «i soggetti Isa che sono 2 milioni 420 mila e i forfettari, circa un milione 700 mila: la proposta dell’amministrazione finanziaria è destinata a tutti indistintamente». Su richiesta del Parlamento, il governo ha allungato il tempo di adesione fino al 15 ottobre, ma per nessun motivo in particolare: «Si è semplicemente voluto da dare la possibilità di aderire al maggior numero di contribuenti», chiarisce Leo. Riguardo la “pagella fiscale“, il viceministro non si sbilancia, ma precisa qual è l’obiettivo, cioè «accompagnare i contribuenti con un indice di affidabilità basso verso un miglioramento del punteggio. È un percorso che avverrà per step e che intendiamo portare a termine con decisione».



I detrattori, invece, ritengono che tale provvedimento possa aiutare gli evasori e chi non può pagare le tasse. Le cose non stanno così, infatti parla di «polemiche strumentali» sul provvedimento, in virtù del fatto che «il concordato preventivo biennale è una misura a beneficio di tutti: sia dei contribuenti che dell’amministrazione finanziaria. Ci aiuterà a fare un salto qualitativo notevole». Dai dati aggiornati, aggiunge il viceministro Leo, emerge che i controlli ogni anno riguardano poche partite Iva. Peraltro, prima del Covid, che poi ha bloccato le verifiche, «i controlli reali sui contribuenti soggetti agli indicatori sintetici di affidabilità con voto inferiore all’8 non arrivano all’1%. Dunque, i controlli da soli non bastano. Dobbiamo tendere la mano ai contribuenti per portarli verso una maggiore fedeltà fiscale. Forse chi contesta questa misura vuole che le cose rimangano così».



DAL CONCORDATO PREVENTIVO AL TAGLIO DELL’IRPEF

Questo non vuol dire per Maurizio Leo abbassare la guardia nella battaglia contro l’evasione fiscale. «Saremo inflessibili con chi commette frodi o comportamenti simulatori», afferma il viceministro dell’Economia al Giornale, ricordando che nel 2023 sono stati recuperati oltre 31 miliardi dalla lotta all’evasione, di cui 24,7 miliardi da tributi erariali. Leo non fa previsioni riguardo i possibili introiti attesi dal concordato preventivo, ma anticipa che sono ottimistiche e cosa si può fare grazie a essi: «Se, come credo, si riuscirà a portare a casa un risultato significativo in termini di gettito, facendo in modo che il contribuente gradualmente si attesti sul reddito effettivo, avremo le risorse per abbassare ulteriormente il carico dell’Irpef».



Se nel primo intervento il governo si è rivolto alle fasce medio-basse, ora in base alle risorse disponibili si muoverà lo sguardo verso i redditi più alti: «Certo non si può pensare che chi ha 50mila euro di reddito debba subire una tassazione che, comprendendo anche le addizionali regionali e comunali, supera il 50%. Sono livelli inaccettabili per una nazione come la nostra che ha quale obiettivo la maggiore crescita». Se è vero che con le tasse si pagano i servizi, per il viceministro dell’Economia è altrettanto vero «che liberare liquidità nelle tasche dei cittadini significa far girare meglio l’economia». Di sicuro, il taglio delle tasse è uno degli obiettivi principali del governo. Lo ha assicurato Leo, dribblando la domanda sul via libera alla gara per il Lotto, che potrebbe generare un potenziale introito di 1,1 miliardi.

LA RIFORMA DELLA RISCOSSIONE E L’ATTENZIONE ALLA PRIVACY

C’è poi il tema della riforma della riscossione, con la questione dei pignoramenti più facili dei conti correnti. A tal proposito, Maurizio Leo spiega al Giornale che il testo del decreto non è stato ancora presentato e approvato dal Cdm, ma i lavori sono in corso con gli uffici competenti. Ma il viceministro dell’Economia ci tiene ad assicurare che «non ci sono norme su pignoramenti facili. Noi non vogliamo mettere le mani nelle tasche degli italiani. Questo lo dico senza mezze misure». Riguardo l’intelligenza artificiale, ritiene che possa essere un «grande supporto» nel combinare banche dati interoperabili, fatturazione elettronica e corrispettivi telematici, rilevando eventuali situazioni anomale. Il fatto che la ricognizione avvenga preventivamente non configura il rischio di una violazione della privacy dei cittadini per Leo, il quale ci tiene a ribadire che non si vuole colpire il contribuente con atti di accertamento.

«Penso di poter garantire che verranno prese tutte le misure necessarie. In tal senso ed anche in relazione al concordato preventivo biennale, l’Agenzia delle Entrate insieme a Sogei sta svolgendo un grande lavoro». Conferma poi che la riforma fiscale a cui sta lavorando il governo è rivoluzionaria: «Posso dirlo senza timore di smentita. L’Italia aspettava questa riforma del fisco da oltre cinquant’anni. L’avevamo promessa, l’abbiamo architettata e la stiamo attuando rispettando gli obiettivi temporali che ci eravamo dati subito dopo l’approvazione della legge delega».