Maurizio Lupi lancia un appello al Governo: lo Stato paghi l’assunzione di insegnanti di sostegno per le scuole paritarie. Come riportato dai colleghi dell’Ansa, il presidente di Noi con l’Italia ha citato l’appello di Silvio Berlusconi nella lettera al Corriere della Sera di quattro giorni fa«Occorre investire importanti risorse per garantire la parità scolastica, ovvero la libertà per tutti di scegliere l’offerta educativa. La scuola paritaria, che svolge una funzione sociale preziosa, è la grande dimenticata di questa crisi» – accendendo i riflettori su questa discriminazione in atto.



Maurizio Lupi ha puntato i fari sull’emendamento sostenuto da tutta l’opposizione che prevede 100 milioni di euro per le scuole paritarie, fondi destinati all’assunzione degli insegnanti di sostegno. Un intervento necessario, ha spiegato il politico milanese: «É una discriminazione particolarmente odiosa la norma per cui questi insegnanti sono pagati dallo Stato negli istituti pubblici statali e invece dalla scuola negli istituti pubblici paritari, cioè di fatto dalle rette degli studenti; particolarmente odiosa perchè giocata sulla pelle dei più deboli».



Maurizio Lupi: “Vedremo se volontà di collaborazione sono parole o fatti concreti”

Nel corso del suo intervento, Maurizio Lupi ha rimarcato che un insegnante di sostegno costa tra i 25 mila ed i 30 mila euro l’anno,  in alcune scuole può capitare di averne anche dieci. Questa, inoltre, non è una realtà che riguarda solo la scuola dell’infanzia o la primaria, ma va a toccare anche medie e superiori. Come riportato dall’Ansa, il leader di Noi con l’Italia ha evidenziato: «Sono 12.000 le famiglie con un ragazzo disabile che frequenta la scuola paritaria. Se la parità fosse reale dovremmo dotare le scuole paritarie di 300 milioni di euro, per ora, destinato agli insegnanti di sostegno, c’è un fondo di 24 milioni di euro, benemerito, ma poca cosa, innalzarlo a 100 milioni mi sembra il minimo». Questa è la proposta di Maurizio Lupi, sostenuta dall’intero Centrodestra: non ci resta che attendere la posizione del Governo sul tema. «Vedremo se la volontà di collaborazione manifestata sono parole o fatti concreti», il monito dell’ex vicepresidente della Camera.

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