CHI È MAURIZIO MINGHELLA?
Il caso della seconda puntata di Detectives – Casi risolti e irrisolti, il programma in onda nella seconda serata di oggi di Rai2 e condotto da Giuseppe Rinaldi è quello di Maurizio Minghella. Nel corso dell’appuntamento sarà ripercorsa la carriera criminale di uno dei serial killer più spietati d’Italia e che attualmente sta scontando l’ergastolo a Pavia. Ancora oggi viene considerato come probabilmente il più pericoloso assassino seriale nel nostro Paese. Nato a Genova nel 1958 Minghella fu condannato ad un ergastolo ed a circa altri 200 anni di carcere per aver commesso sette omicidi ai danni di altrettante prostitute in Liguria e Piemonte. Da qui l’appellativo macabro di “serial killer delle prostitute”. Il sito Psychondesk.it ne ripercorre tutta la storia. Figlio di 4 fratelli, vive sin da subito la separazione dei genitori e le violenze del nuovo compagno della madre. Un evento, in particolare, farà accrescere in lui la passione per i morti: dopo la scomparsa del fratello in un incidente in moto, Maurizio inizia a frequentare gli obitori per vedere da vicino i corpi dei morti.
C’è un altro episodio che contribuirà ad influenzare la sua “carriera” da serial killer, ovvero la morte della moglie per overdose. Il 1978 segna per lui l’anno della svolta. Da quel momento inizia infatti a frequentare ragazze giovanissime, quasi sempre prostitute o emarginate, delle quali abuserà e poi ucciderà.
MAURIZIO MINGHELLA, SERIAL KILLER DELLE PROSTITUTE: GLI OMICIDI
Il 18 aprile 1978 Maurizio Minghella uccide la prostituta ventenne Anna Pagano, ne nasconde il cadavere e poi tenterà di mettere in atto seppur in modo maldestro un depistaggio. La ragazza viene rinvenuta con la testa fracassata e seviziata. Stessa fine che farà fare l’8 luglio successivo a Giuseppina Jerardi. Sarà la volta della sua vittima più giovane, la 14enne Maria Catena Alba. A distanza di pochi giorni fu uccisa la commessa 21enne Maria Strambelli, conosciuta in discoteca. Un’amica di quest’ultima, la 19enne Wanda Scerra fu rinvenuta cadavere qualche mese dopo, violentata e strangolata.
Solo il 5 dicembre 1978, come rammenta ItaliaStarMagazine.it, Minghella viene arrestato e confessa solo gli ultimi due omicidi. Tuttavia, una serie di elementi lo collocano sulla scena di altri delitti e per l’uccisione di cinque ragazze sarà condannato all’ergastolo e detenuto nel carcere di massima sicurezza di Porto Azzurro fino al 1995 quando ottiene la semilibertà. Due anni più tardi, nel 1997, la prostituta Loredana Maccario di 53 anni viene trovata morta strangolata nella sua abitazione e pochi mesi dopo fu trovata cadavere anche la 27enne marocchina Fatima H’Didou. Nessuno però inizialmente collega queste morti a Minghella, che nel frattempo trova una compagna e diventa padre, pur continuando a frequentare prostitute e a praticare l’attività di serial killer.
LE CONDANNE DI MAURIZIO MINGHELLA
La carriera di assassino seriale di Maurizio Minghella prosegue senza sosta: nel febbraio del 1998 strangola la prostituta albanese Floreta Islami mentre nel gennaio successivo toccherà la stessa tragica sorte alla 67enne Gina Guido. Questa volta però Minghella si tradirà in quanto vengono rinvenute sue tracce biologiche su della carta assorbente trovata sulle scale dell’ultima scena del delitto. Nel febbraio 2001 la morte per mano di Minghella raggiungerà Florentina Motoc, giovane madre moldava. Anche in quel caso la mano assassina fu sempre la medesima: Minghella. Quello sarà anche l’ultimo omicidio del killer che, incastrato dal suo Dna e da altri elementi rende inevitabile il suo fermo. Una volta in carcere, l’uomo tenta la fuga per ben due volte, ma senza successo.
Il 4 aprile 2003 la Corte d’Assise di Torino lo condanna per i delitti di 4 donne e viene sospettato per altri dieci omicidi: ergastolo per l’omicidio della Motoc e 30 anni di carcere ognuno per quelli di Cosima Guido e Fatima H’Didou. In Cassazione il 22 novembre 2019 viene condannato complessivamente per 8 omicidi. Nel marzo dello scorso anno la Cassazione ha confermato un’ulteriore condanna a 30 anni per l’uccisione di Floreta Islami a carico del killer delle prostitute. Per gli ermellini, Minghella ha una “non comune capacità di delinquere, non inficiata dai periodi di prolungata detenzione e dal trattamento rieducativo messo in atto” e che ha inoltre dimostrato “l’assenza di qualsivoglia resipiscenza”.