Maurizio Mosca, che ci ha lasciati esattamente dieci anni fa, è rimasto celebre nell’immaginario collettivo soprattutto per i famosi pronostici sulle partite di calcio mediante “pendolino“. La genesi di questa gag che caratterizzava ogni puntata di ‘Guida al campionato‘ è stata casuale: un giorno Maurizio Mosca trovò in un bar di Milano 2 vicino agli studi Mediaset dei portachiavi a forma di pendolino con i colori delle squadre di calcio. Ne comprò uno e iniziò ad utilizzarlo durante la trasmissione di Italia 1 per fare una parodia di tutti coloro che facevano previsioni calcistiche. Nei primi tempi Maurizio Mosca faceva previsioni realistiche e di conseguenza abbastanza spesso le profezie si rivelavano anche azzeccate, poi per dare pepe allo show – vedi anche le ‘bombe’ di mercato lanciate da un pentolone – il giornalista iniziò a spararle sempre più grosse, immaginando match con colpi di scena clamorosi e inevitabilmente sbagliando spesso clamorosamente. Come detto però l’obiettivo era proprio quello di sorridere e ironizzare: possiamo dire che Maurizio Mosca l’abbia raggiunto alla perfezione. (Aggiornamento di Mauro Mantegazza)
IL DISCUSSO CASO DELL’INTERVISTA A ZICO
Nel decennale della morte di Maurizio Mosca ricordiamo anche uno degli episodi più noti e discussi della sua lunga carriera di giornalista sportivo. Abbiamo ricordato che Mosca è stato alla Gazzetta dello Sport per circa 20 anni, ricoprendo a lungo il ruolo di caporedattore e per un paio di anni fu anche direttore ad interim. Una storia che però terminò a causa di un caso davvero clamoroso: nel 1983 la Gazzetta pubblica una sua intervista con il brasiliano Zico, una delle stelle che nobilitavano la nostra Serie A degli anni Ottanta. Il calciatore dell’Udinese si concedeva raramente alla stampa, quello di Maurizio Mosca fu dunque un vero scoop, a maggior ragione perché Zico gli avrebbe detto di considerare Platini “finito”. Mosca spiega di avere ottenuto l’intervista grazie all’amicizia che lo avrebbe legato al calciatore. Qualche tempo dopo il giornalista è ospite di Aldo Biscardi al Processo del lunedì e anche Zico è in studio. Biscardi chiede al brasiliano come fosse diventato amico di Mosca, al che Zico risponde: “Questo signore io non lo conosco”. La carriera di Maurizio Mosca alla Gazzetta di fatto finì in quel momento: fu per lui una enorme amarezza. Forse non sapremo mai tutta la verità sull’episodio, che per Mosca non fu comunque così negativo, perché gli aprì le porte della televisione, dove divenne una celebrità. (Aggiornamento di Mauro Mantegazza)
“SPARGERE ALLEGRIA TRA LA GENTE”
La sua tomba reca l’epitaffio “Ho cercato di spargere allegria tra la gente“: parliamo di Maurizio Mosca, il noto giornalista sportivo del quale ricorre oggi il decimo anniversario della morte. Sicuramente era quello il ruolo che Maurizio Mosca si era ritagliato nelle trasmissioni televisive alle quali ha partecipato in particolare per Mediaset, su tutte “Guida al campionato”. Abbiamo citato come esempio Raul all’Empoli, una delle sue tante “bombe” di calciomercato. Evidentemente un affare impossibile e di certo lo stesso Maurizio Mosca lo sapeva perfettamente: il suo era un gioco che dissacrava le tante, troppe voci di calciomercato che già all’epoca riempivano i giornali e le televisioni. Il “pendolino” rispondeva alla stessa esigenza, anche se naturalmente in questo caso c’era il “rischio” di azzeccare il risultato e naturalmente di passare come “gufo” menagramo per questa o per quell’altra squadra. Ma anche questo contribuiva a creare il personaggio Maurizio Mosca… (Aggiornamento di Mauro Mantegazza)
10 ANNI FA MORIVA MAURIZIO MOSCA
Maurizio Mosca ci lasciava esattamente dieci anni fa: il giornalista sportivo e conduttore televisivo morì infatti il 3 aprile 2010 all’ospedale san Matteo di Pavia. Dopo aver iniziato la carriera nella carta stampata, collaborando con La Notte e lavorando poi per ben venti anni alla Gazzetta dello Sport, fu la televisione a dargli grande popolarità. Opinionista in molte trasmissioni sportive, divennero memorabili i suoi pronostici, realizzati con il famoso ‘pendolino‘, a Guida al campionato, condotto da Sandro Piccinini, trasmissione nella quale regalava anche le sue altrettanto celebri ‘bombe‘ di calciomercato. L’esordio in tv sui canali Fininvest fu però al fianco di Cesare Cadeo a Calciomania, in onda il sabato su Italia 1: proprio per quella trasmissione nel 1990 fu premiato da Ruud Gullit ai Telegatti, successo dedicato al padre Giovanni, che fu umorista, giornalista e scrittore.
MAURIZIO MOSCA: UN DOCUMENTARIO MEDIASET LO RICORDA
I momenti più celebri sono però appunto quelli a Guida al campionato, dove Maurizio Mosca tra una bomba e un pendolino inseriva leggerezza e simpatia anche a costo di rovinare l’immagine di “giornalista serio” – non si arriva ad essere capo redattore della Gazzetta dello Sport per caso. Giusto per citare una bomba, ricordiamo “Tavano al Real, quindi Raul probabilmente va ad Empoli”, mentre un pendolino passato alla storia fu quello su Lazio Inter del 5 maggio 2002. Per ricordare al meglio Maurizio Mosca, anche attraverso le parole dei colleghi con cui ha lavorato come Sandro Piccinini e Alberto Brandi, la “sua” Mediaset dà appuntamento su Italia 1 questa sera, venerdì 3 aprile 2020 alle ore 23.30, per un lungo estratto del documentario Ricordando Mosca, che ne ripercorre la carriera con molte testimonianze, fra cui quelle di Massimo Moratti e Arrigo Sacchi. La versione integrale arricchita dai ricordi di altri suoi compianti colleghi come Aldo Biscardi e Gianni Mura, su www.sportmediaset.it e Mediaset Play.