Maurizio Nichetti, celebre regista, sceneggiatore ed attore italiano, ha rilasciato recentemente un’intervista per La Stampa, nella quale ha parlato del suo nuovo progetto, il film Amichemai. Confessa che non c’è una precisa ragione per cui ha deciso di tornare a scrivere film, dopo un’assenza che va avanti dal 2011, ma sicuramente ci sono almeno tre motivi: “una bella storia, un produttore che ci crede, Paco Cinematografica, e una pandemia mondiale che mi ha obbligato a stare in casa lasciandomi finalmente il tempo di scrivere”.



“Le protagoniste”, racconta Maurizio Nichetti parlando del suo nuovo film, “saranno Angela Finocchiaro e Serra Yilmaz, l’attrice di Ozpetek. Quanto a me”, però, “questa volta farò solo il regista. Sarà una commedia, dato che non sono un comico pentito”, ma manterrà un’identità diversa dal celebre “Ratataplan [che] era un film muto, perché ero un appassionato di cinema muto, e molto eccentrico”. Soffermandosi su Ratataplan, Maurizio Nichetti ricorda che “avevo lavorato con Bozzetto e frequentato una scuola di mimo, oltre ad aver fondato la compagnia Quelli di Grock, quella che si vede nel film”, ricordando che “era una piccola parodia delle compagnie che andavano a fare spettacoli nelle campagne coi trampoli”.



Maurizio Nichetti: “I giovani comici sono su TikTok, e il cinema va in crisi”

Insomma, quella di Maurizio Nichetti sarà, sì, una commedia, ma non del filone “all’italiana”, perché spiega che “rappresenta i peggiori comportamenti dell’italiano medio. Penso che un autore, se si concentra, riesca a essere più universale se si discosta dalla realtà politica e dal contesto che lo circonda”, insomma “qualcosa che va al di là dell’attualità”.

Nella chiusura della sua intervista, poi, Maurizio Nichetti ha parlato anche brevemente dell’attualità poetica, cinematografica e, soprattutto, comica, sostenendo che “è scomparso completamente l’umorismo dalle serie tv, forse perché l’ironia si presta poco alla serialità. La commedia è penalizzata. In passato il cinema attingeva ai comici tv come quelli usciti dal programma Non Stop, penso a Verdone, Troisi, ai Giancattivi. Oggi Ficarra e Picone, o Zalone, vengono da Zelig e dalla popolarità televisiva. Sono riusciti ad andare al di là dei successi tv”. Riflettendo, invece, sui giovani comici, secondo Maurizio Nichetti “ce ne sono e non li conosciamo, perché magari fanno i loro show su TikTok o altri social”, con l’esito, però, che si genera una “crisi del cinema“.