Maurizio Nuti e gli Homo Sapiens ospiti a Oggi è un altro giorno: il celebre gruppo italiano si è raccontato a tutto tondo nel salotto di Serena Bortone. La prima battuta è legata al successo del brano “Un’estate fa”: «Le cover in quegli anni si prendevano una bella fetta di mercato. C’erano degli accordi discografici, non c’era la comunicazione di oggi: i discografici partivano in perlustrazione, sentivano qualcosa e si faceva la versione italiana».
«C’era qualcosa di speciale nell’aria» negli anni Sessanta, ha spiegato Maurizio Nuti, ripercorrendo i primi passi nel mondo della musica. Poi sul successo a Sanremo con “Bella da morire”, a dir poco insperato dal gruppo: «Noi eravamo abbastanza abituati al festival, non c’era il clima di oggi. La canzone non doveva farla Mal? Sì, ma aveva ricevuto l’imposizione di fare la sigla di Furia e non poteva fare entrambe le cose, perché di discostava un po’ troppo. Lui però ci ha sempre detto che non avrebbe vinto (ride, ndr)». (Aggiornamento di MB)
Chi è Maurizio Nuti?
Maurizio Nuti è la voce degli Homo Sapiens, la celebre band toscana anni ’70 che ha conquistato il mondo con la canzone “Bella da morire”. Una carriera di successi quella del cantante che, intervistato da lagazzettadellospettacolo.it, ha rivelato da dove deriva il curioso nome della band. “Questo nome è una curiosità” – ha confessato il cantante – “ci siamo scervellati per trovare un nome. Poi è arrivata un disco dall’America che si chiamava Homo Sapiens. Non abbiamo inciso quella canzone, però abbiamo preso il nome”. Con gli Homo Sapiens ha scritto alcune delle pagine della musica italiana trionfando al Festival di Sanremo 1977 e cantando in giro per il mondo. Tantissimi i concerti non solo in Italia, ma anche nel mondo con uno in particolare che l’artista ricorda ancora oggi: “quello più mastodontico in Canada, con 120.000 persone. Erano gli anni 80, non eravamo nemmeno abituati a questi grandi numeri”.
A distanza di anni dal suo successo con gli Homo Sapiens, Maurizio Nuti ha riflettuto su come è cambiato la musica rispetto al passato: “la musica degli anni 70 nasceva in tutta un’altra maniera. Una volta c’erano gli autori che scrivevano per i cantanti, c’erano gli interpreti. Oggi c’è un po’ troppo egoismo. Tutti tendano a scrivere per conto loro. Ricordiamoci che Morandi e Mina non hanno mai firmato un pezzo”.
Maurizio Nuti degli Homo Sapiens: “la musica italiana racconta tutto”
Maurizio Nuti è la voce degli Homo Sapiens, la band toscana che si è consacrata con la vittoria al Festival di Sanremo del 1977 con “Bella da morire”. A distanza di più di 20 anni la band è ancora sulla cresta dell’onda e la loro canzone è considerata una evergreen della musica italiana nel mondo. “Il vincitore di un Festival di Sanremo è molto importante per tutti gli italiani all’estero. Dopo Modugno e Claudio Villa la forza maggiore arriva da Sanremo. L’emozione è stata veramente tanta” – ha detto il cantante intervistato da italiani.it.
Facendo poi un paragone tra la musica negli anni ’70 e la musica di oggi, Nuti ha precisato: “i mercati un tempo erano molto diversi. Considera che il brano “Tornerai Tornerò” conquistò le classifiche del Sud America per ben 2 anni. Penso comunque circa 40 milioni di dischi, o meglio 45 giri. Sai, con Gattuso, noto impresario calabrese, riuscimmo a fare una bellissima tournée in Australia di 20 date. Attualmente le richieste arrivano per un singolo concerto”. La musica resta però la sua vita: “la musica italiana racconta tutto. Veniamo dal melodramma di Verdi: le nostre radici sono quelle. Dentro la musica italiana si percepisce l’emigrazione dei napoletani, le tante emozioni dei siciliani e la ristorazione dei lucchesi”.