È morto Maurizio Pollini, pianista che ha legato il suo nome al Teatro alla Scala di Milano, che ne dà la notizia scrivendo: “Uno dei grandi musicisti del nostro tempo e un riferimento fondamentale nella vita artistica del Teatro per oltre cinquant’anni. Il Sovrintendente Dominique Meyer, il Direttore Musicale Riccardo Chailly, i professori dell’Orchestra e i lavoratori scaligeri sono accanto alla moglie Marilisa, al figlio Daniele e a tutta la famiglia”. Il musicista, nato a Milano nel 1942, si è spento a 82 anni nella sua casa nel capoluogo lombardo.
Da tempo il Maestro era malato: proprio a causa di motivi di salute aveva cancellato gli ultimi concerti in programma. La camera ardente si terrà proprio al Teatro alla Scala, dove ha lavorato per oltre cinquant’anni. Pollini, come ricorda Rai News, è stato in grado di rivoluzionare la percezione di autori come Bach, Chopin, Debussy o Beethoven, promuovendo inoltre musicisti storici come Schönberg. Un grande pianista, ma non soltanto: Pollini lascia in eredità un grande amore per la musica intesa come parte della cultura e della vita civile, in grado di trasformare la società.
Maurizio Pollini è morto: la sua carriera legata al Teatro alla Scala
Il Teatro alla Scala, nel suo comunicato, ricorda Maurizio Pollini e la sua gloriosa carriera che ha attraversato otto decenni e due secoli, legando il suo nome proprio alla scena milanese: “Dal debutto l’11 ottobre 1958 all’ultimo recital il 13 febbraio 2023 Pollini ha suonato alla Scala 168 volte, cui si aggiungono gli incontri con gli studenti e le partecipazioni a giurie e convegni” si legge nel comunicato. Pollini era stato diretto da Thomas Schippers e Sergiu Celibidache, prima di cominciare una collaborazione con Claudio Abbado.
Un binomio, quello tra Maestro e pianista, in grado di “segnare la storia dell’interpretazione ma anche la storia culturale della città di Milano”, evidenziando come “il comune impegno per allargare il repertorio, in particolare alla seconda scuola di Vienna e alla nuova musica si coniuga a un eguale impegno ad allargare le platee in linea con l’impostazione di Paolo Grassi, che in quegli anni sviluppava nuove politiche per coinvolgere tutta la città nelle attività del Teatro“.