Maurizio Zamboni primo postino di C’è posta per te: “La De Filippi rimase soddisfatta al provino”

Maurizio Zamboni è lo storico postino di C’è posta per te, della primissima edizione del programma. Ma che fine ha fatto il volto Mediaset? Ai microfoni di TvBlog, Zamboni ha parlato a lungo dello show condotto da Maria De Filippi.



La primissima consegna non andò mai in onda, in quanto inclusa in una puntata zero: “Venni mandato al luna park dell’Eur, dovevo consegnare la posta ad una signora e si trovò subito a suo agio. Si tratta di un gesto molto delicato, perché vai a toccare l’intimità di un individuo che ha qualcosa da risolvere. Bisogna portare rispetto e pensare che si sta portando un messaggio di pace, da parte di qualcuno che vuole chiedere scusa. Devi andarci con i piedi di piombo. La De Filippi rimase soddisfatta del ‘provino’? Sì, lo vide e lo considerò perfetto come tempi, modi e impatto. Mantenne dunque quella traccia” ha dichiarato il postino.



Maurizio Zamboni: “Nessuno sa che arriviamo”

Il primo postino, ai microfoni di TvBlog, ha assicuro che non c’è finzione nel programma: “Nessuno sa che arriviamo, te lo assicuro. Per C’è posta per te la verità è l’aspetto più importante. Giunti nella città stabilita, andiamo alla ricerca dell’abitazione della persona, sperando di trovarla in casa. Non è scontato che ci sia. ” E ancora: “Le riprese in bicicletta magari si girano successivamente, in modo da evitare di dare nell’occhio. Non ho mai ricevuto accoglienze sgradevoli, mi sono posto sempre con la massima educazione“. Maurizio Zamboni conclude: “Divenni un volto riconoscibilissimo, grazie anche al pizzetto biondo che era un segno di distinzione. Come approccio portai nel programma molto dei villaggi turistici. C’erano i giochi, Maria ballava. Io ero il partner imbranato, mentre Kledi quello bravo”.



Zamboni ha poi parlato dell’addio al mondo televisivo: “Lasciai poco prima dell’arrivo del covid. Dopo venti anni di fila sentivo di aver chiuso il cerchio. Ho preferito concentrarmi anche su altre cose. Agli inizi facevamo mille giochi, c’era voglia di farsi delle risate e c’era spazio per questi siparietti. ” E ancora: “Però erano altri tempi. A mio avviso, adesso si sta dando più spazio alle storie – che sono alla base di C’è posta per te – raccontandole bene, nel dettaglio, ma sempre con rispetto e attenzione. Se il racconto è vero, il pubblico a casa lo sente. Non manca comunque la leggerezza, con gli anziani che si ritrovano dopo tanti anni. Certo, è una leggerezza differente rispetto agli esordi. Il segreto della lunga vita del programma sta nella preparazione, nell’attenzione e nella sincerità con cui si raccontano le storie“.