Mauro Corona chiede chiarezza sulla morte del fratello Felice

Mauro Corona, ai microfoni del settimanale Oggi, ha parlato della morte del fratello Felice, di 17 anni, avvenuta in Germania che non è mai stata chiarita: “Voglio rivolgermi a Chi l’ha visto per capire come è morto in un giorno di giugno del 1968″



Lo scrittore racconta: “Aveva accettato di andare a fare il gelataio in Germania su proposta di Antonio Toscani del Moro. Partì a marzo fu ritrovato a Paderborn, nella piscina di una villa, con la testa rotta. Là intorno c’erano cocci di bottiglie. Voglio ritrovare chi era con lui e capire che cosa è successo, parlare con il figlio del padrone della gelateria, se è ancora vivo. Non ho nessun desiderio di vendetta. ” E ancora: “Mio fratello era bello, era andato via per scappare dalla miseria. Tornò in una cassa. Chi gli aveva dato lavoro non venne al funerale. Nessuno ci ha spiegato nulla, neppure la polizia. Non voglio pubblicità. La Rai me ne ha data già data troppo” conclude Mauro Corona.



Corona: “Mio papà ci legava al melo, al pero anche per otto-nove ore”

Lo scrittore, ai microfoni del settimanale Oggi, ha svelato di non aver fatto del tutto pace con il suo burrascoso passato: “Sono pacificato con l’idea della morte. Ma resta questo doloroso vivere. Il mio inconscio allucinato non mi permette di sentirmi felice perchè c’è sempre quest’ombra di violenza, percosse e miseria. Mio papà ci legava al melo, al pero anche per otto-nove ore. Mia mamma lasciò me e gli altri figli per sette anni. Ma non sono un uomo disperato.

Mauro Corona continua: “Dovevo perdonare i miei genitori prima. Ma non l’ho fatto e anche per questo morirò di sentimenti avvelenati. Io avrei dovuto parlare con loro, mettere una pietra, ma una montagna su quello che era stata la nostra vita. Invece ho conservato la ferita dei non amati. Me la porterò nella tomba. “