Mauro Corona: “Mio padre mi fece un taglio sulla mano”

Mauro Corona, alpinista, scrittore, opinionista tv e molto altro, si racconta sulle pagine del Corriere della Sera: “Cinque anni fa ho smesso con l’alcol pesante, però poi qualche mese fa mi sono detto: ho 72 anni, perché devo morire infelice? Allora ho ricominciato a bere, ma con moderazione. Per essere precisi: con moderazione esagerata”. L’apparenza inganna, come si dice, anche nel suo caso: “Sembro un arrogante, un attaccabrighe presuntuoso, ma è solo il puntiglio a fare le cose migliori. Da bambino mi hanno insegnato a fare da solo e a essere bravo. Dovevo essere bravo nel trasportare un carico di legna, sennò alla sera si stava al freddo”.



Il carattere un po’ burbero di Corona trova radici nella sua infanzia difficile: “Io la fame vera l’ho conosciuta, mica come quelli che oggi scrivono di montagna solo dopo averci fatto due passi. Io lo so che cosa significa spaccare la legna, pascolare le capre. A tredici anni facevo questo e forse la fatica era meglio del dolore che c’era in casa”. La madre dell’alpinista se ne andò e “quando tornò, anni dopo, fu anche peggio. Con mio padre litigavano tutti i giorni, bevevano e un giorno si addormentarono ubriachi per non svegliarsi mai più. Lo vede questo taglio sulla mano? Non è stata la montagna, è stato mio padre con un coltello. Dio l’abbia in gloria”.



Mauro Corona: “Quando dissi ‘gallina’ a Bianca Berlinguer…”

Con la morte dei genitori, Mauro Corona e i suoi fratelli sono stati cresciuti dai nonni: “Alla Befana nonna ci portava il carbone. Noi bestemmiavamo perché non riuscivamo a capire che cosa avessimo fatto di male. Solo pochi anni fa ho capito: lei non aveva soldi per i regali e il carbone era la cosa più facile da procurarsi. Quanto l’ho maledetta, mia nonna. Ma se oggi fosse qui le direi: “Vieni a sederti qui, vieni a bere un goccio di grappa con me”. La abbraccerei”. La passione per il legno e le sculture, nasce nell’infanzia proprio grazie ai nonni. “Mio nonno diceva solo due parole al giorno. Ma mi mise in mano un coltellino. Cominciai a scolpire nasi, occhi, teste nel legno. Lui mi guardava e non diceva niente. Per me allora scolpire diventò come parlare”. Non solo legno e coltello. Tra le grandi passioni di Mauro Corona, la montagna è sicuramente al primo posto. L’alpinista, al Corriere della Sera, rivela di aver rischiato la vita solamente “pochi mesi fa. Non ho messo il chiodo e sono andato giù per cinquanta metri. Meno male che c’era mio figlio Matteo”.



L’opinionista torna poi sull’appellativo di “gallina” a Bianca Berlinguer a Cartabianca: “Rivelo qui per la prima volta una cosa: quando mi hanno riammesso, gliel’ho detto di nuovo ma nessuno se n’è accorto, perché in diretta dissi “passata è la tempesta, odo augelli far festa”. Lei lo sa come continua? Fa così: “…e la gallina, tornata in su la via…”. Non continuai con la poesia leopardiana ma nessuno colse la citazione. Questo per dire che mai avrei offeso una donna, io sono un ubriacone attaccabrighe e in tv faccio questo, d’altra parte se mi chiamano un motivo ci sarà. E comunque quella storia è stata tutta una montatura, ma non contro di me, contro la Berlinguer. Una scusa per attaccare lei. Avevo bevuto un po’, quella sera. Questa è la verità. Dovevo delle scuse pubbliche a un albergatore e lei non mi faceva parlare. Ho sbagliato, ho chiesto scusa. Non ci sto, però, a passare come uno che disprezza le donne”.