E’ molto preoccupato Mauro Corona, il noto scrittore-montanaro ospite fisso della trasmissione di Rai Tre, Cartabianca. Parlando ieri sera nel consueto spazio del tak show con Bianca Berlinguer, ha esternato le sue preoccupazioni nei confronti della guerra in Ucraina e soprattutto del presidente della Russia, Vladimir Putin, definito dallo stesso “Un buono a nulla, capace di tutto”. Da quando è scoppiato il conflitto sono già centinaia i morti, soprattutto fra i civili, persone innocenti che stanno perdendo la vita a seguito dei bombardamenti serrati che l’esercito di Mosca non sembra voler fermare.



“Mi preoccupano i morti – le parole di Mauro Corona in apertura del programma -, tutta le persone che non hanno alcuna colpa: bambini, donne, uomini. E questo conflitto può privare anche noi dei mezzi di sostentamento”. Poi lo scrittore ha proseguito, con una citazione: “Come diceva Guccini ‘No, io non credo. Che l’uomo potrà imparare. A vivere senza ammazzare'”, frase che si sposa, purtroppo, alla perfezione con il doloroso momento che stiamo vivendo.



MAURO CORONA VS PUTIN, GLI FA ECO MAISTROUK: “PERCHE’ SI RINTANA?”

La speranza ovviamente è che la guerra in Ucraina possa cessare il prima possibile anche se al momento non sembrerebbero esservi segnali che spingono in tale direzione, alla luce anche dell’intensificarsi dei bombardamenti in Ucraina, a cominciare da Kiev, dove ieri è stata abbattuta la torre “di ripetizione”, arrivando a Kharkiv, dove centinaia di militari russi si sono lanciati con il paracadute per assistere i loro colleghi già sul posto.

E a preoccupare Vladimir Putin non vi è soltanto Mauro Corona ma anche Vladislav Maistrouk, giornalista ucraino che sempre in collegamento con Cartabianca ieri sera, ha domandato alla Berlinguer: “Se Putin è così sicuro dell’amore del suo popolo perché si nasconde in un bunker? Perché non scende in piazza a spiegare alla sua gente quello che accade? Qua sta suonando per l’ennesima volta l’allarme anti-aereo – le sue parole in diretta da Kiev – purtroppo è il sesto giorno in cui vengono uccisi gli ucraini”.