MAURO CORUZZI (PLATINETTE) SFATA IL TABÙ: “DIRITTI LGBT SONO ANCHE DI DESTRA”

Secondo Mauro Coruzzi – alias Platinettel’Italia è tutt’altro che omofobia e i diritti LGBT non sono e non saranno solo appannaggio della sinistra. Va controcorrente Maurizio Umberto Egidio Coruzzi nella sua lunga intervista a “Specchio” per “La Stampa”, a cura di Simonetta Sciandivasci: a poco più di un mese dalle Elezioni, la persona dietro al personaggio Platinette riflette sulla situazione attuale e reale della tematica LGBT in Italia. Spesso fuori dai canoni “demagogici”, nonostante la sua strettissima vicinanza con le battaglie per i diritti degli omosessuali, Mauro Coruzzi sfata il “tabù” dei diritti sulle persone LGBT solo in area centrosinistra: «l’Italia non è un Paese omofobo», sottolinea la drag queen più famosa d’Italia, «Paolo Poli ha fatto la carriera che meritava e tutti sapevano che era omosessuale».



Davanti ai fatti indegni della cronaca come le aggressioni per le strade a ragazzi e ragazze omosessuali, Coruzzi non si scompone e legge a 360° la vicenda senza fossilizzarsi sui toni ideologici: «e le donne vengono ammazzate. È questo che trovo intollerabile, ingiustificabile. Non me ne frega niente di avere lo sconto Alitalia che sia uguale per le famiglie omosessuali e quelle eterosessuali: […] la comunità LGBTQ ha il dovere di combattere questa battaglia, è un tema di tutti». Secondo Mauro Coruzzi, i diritti non sono e non devono essere ideologici: «sono diritti, la destra deve affrontare il problema e farsi carico di questa battaglia perché ha elettori omosessuali (presuppongono che un omosessuale non sia necessariamente di sinistra)». Davanti al “pericolo fascismo” evocato dal Centrosinistra contro Meloni e Centrodestra, Platinette si fa nettissimo: «non c’è alcun pericolo di ritorno al fascismo, è morto e sepolto. Mi riferisco al passato in cui la destra ha permesso che i diritti civili diventassero una questione di sinistra».



DDL ZAN E BASTA ALLA “QUESTIONE LGBT”: MAURO CORUZZI CONTROCORRENTE

Mauro Coruzzi ha quindi lanciato da “La Stampa” l’invito-appello alla destra italiana di farsi carico anche delle battaglie sui diritti LGBT esattamente come fece ai tempi della legge sulla violenza contro le donne. Non esclude l’ipotesi che Giorgia Meloni possa divenire Premier dopo le Elezioni, così come non ritiene l’eventuale Governo di Centrodestra un pericolo eversivo per la vita e i diritti delle persone omosessuali. «Perché come omosessuale vengo sempre e solo interpellato per parlare di orientamento sessuale? Ma è così importante?», si chiede provocatoriamente Mauro-Platinette a “Lo Specchio”. Tacciato alle volte di essere omofobo e retrogrado solo perché lavora negli ambienti del Centrodestra (Mediaset, ndr), Mauro Coruzzi è stato accusato di essere filo-fascista solo per essere andato all’ultimo Atreju di Fratelli d’Italia nel dicembre 2021: «proprio perché ho a cuore i diritti degli omosessuali ho accettato l’invito di Giorgia Meloni. Su quel palco ho detto che quei diritti non possono essere appannaggio della sinistra, non possono diventare un punto identitaria di una parte politica».



Un esempio della sua particolare linea “controcorrente” anche sul fronte LGBT è rappresentato dalla sua forte critica nei mesi passati al Ddl Zan (disegno di legge bocciato in Aula contro la omobilesbotransfobia) redatto dal Pd: «penso ci voglia un legge che punisca la discriminazione, ma quella l’avevo trovata malfatta e dscriminatoria». Come già disse Platinette mesi fa a “La Zanzara” sul tema, «noi omosessuali non siamo panda, i gay non rischiano l’estinzione»: ecco il passaggio ancora più netto esposto da Mauro Coruzzi lo scorso 24 aprile in radio, «È una legge che discrimina. Non siamo come i panda, a rischio estinzione. Finisce per discriminare, come dice la Concia. Se passasse mai che l’utero in affitto è una regola praticabile, sarebbe una forma di offesa per le donne. Non sono contrario al DDL ma mi sembra una limitazione della libertà espressiva. La legge non cambia l’etica: stiamo parlando di una legge che dovrebbe introdurre nelle scuole il concetto di diversità di genere, inteso come l’unico praticabile. È una legge pretestuosa e discriminante verso altre categorie di persone. Come nei confronti delle donne».