Pare finalmente essere arrivato il momento di tirare una riga, dopo 5 lunghi mesi, sull’omicidio che ha portato alla morte di Mauro Di Giacomo, il fisioterapista 63enne assassinato a Bari nel dicembre scorso. Secondo quanto riporta Adnkronos, la Polizia avrebbe arrestato una persona sospettata del delitto e sarebbe stato individuato un possibile movente: la vittima era stata raggiunto da alcuni colpi di pistola per strada, nel quartiere barese di Poggiofranco, e l’indagato sarebbe un 59enne di Canosa di Puglia. Secondo quanto ricostruito, Di Giacomo sarebbe stato sorpreso dal killer in un parcheggio poco distante dalla propria abitazione e le indagini avrebbero registrato un decisivo sviluppo nelle ultime settimane. Il delitto si sarebbe consumato in assenza di testimoni oculari e il professionista, stando a SkyTg24, sarebbe stato colpito anche con un corpo contundente. Lo proverebbero le diverse fratture riscontrate su Mauro Di Giacomo oltre alle ferite da arma da fuoco.



Il presunto movente del delitto in un “incidente” alla figlia dell’indagato

Gli inquirenti avrebbero tracciato il profilo di un potenziale movente dietro l’omicidio. Secondo l’agenzia di stampa, nel 2020 la figlia dell’attuale indagato avrebbe intentato una causa contro Di Giacomo per presunte lesioni permanenti riportate in una seduta di fisioterapia risalente all’anno precedente. Il fisioterapista aveva negato ogni responsabilità e colpa ma aveva dato la sua disponibilità a intervenire economicamente. Ma la rabbia è aumentata nel presunto killer. La pista di una vendetta si sarebbe consolidata nel corso dei mesi di indagine sul delitto, avvenuto la sera del 18 dicembre 2023 in una zona prossima all’abitazione del fisioterapista.



Il presunto omicida avrebbe agito dopo diversi sopralluoghi sulla scena del crimine e l’ipotesi è che si sia trattato di un omicidio premeditato. Al 59enne sarebbe stata contestata anche l’aggravante della crudeltà perché, dopo aver esploso tutti i colpi, si sarebbe accanito colpendo ripetutamente Mauro Di Giacomo alla testa servendosi di un oggetto contundente e del calcio della stessa pistola. Prima di sparare, tra i due ci sarebbe stata una breve discussione sfociata nel sangue. L’assassino di Mauro Di Giacomo avrebbe esploso almeno 7 colpi, 5 dei quali andati a segno”.

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