Sono trascorsi poco meno di sette anni dalla morte di Mauro Guerra, il 32enne di Carmignano di Sant’Urbano (Padova), ucciso da un carabiniere durante un TSO. La sentenza di primo grado ha assolto il carabiniere, il maresciallo Pegoraro, per l’omicidio del giovane, per legittima difesa. La famiglia della vittima non ci sta e invoca giustizia, in attesa delle motivazioni per fare ricorso.
“Mauro era un ragazzo normale. Alle superiori magari non aveva tanta voglia di studiare, ha perso addirittura un anno. È arrivato all’età per il militare e si è arruolato come ausiliario all’Arma dei Carabinieri. Dopo poco è stato selezionato anche come paracadutista in un corpo speciale, aveva tutti i requisiti giusti per poter essere selezionato”, ha ripercorso la madre di Mauro Guerra a I fatti vostri: “Finita la leva, è tornato a casa, anche se lo avrebbero arruolato. Mi disse che quello non era il suo mondo”.
MORTE MAURO GUERRA, LA DENUNCIA DELLA FAMIGLIA
Come ricostruito dai familiari, Mauro Guerra ha attraversato un periodo complicato a causa di una relazione amorosa finita male, che “gli lasciò un disagio”, ma tutto finì nel migliore dei modi grazie ad un percorso con una psicoterapeuta. Al 32enne piaceva frequentare la caserma del suo Paese: “Il maresciallo era diventato un suo secondo padre, quando aveva qualche problema andava da lui”. La sorella di Mauro Guerra, Elena, ha poi raccontato l’evolversi del dramma: “Era andato in Caserma per consegnare uno scritto, una richiesta di supporto da parte dell’Arma. Mauro si era seccato del fatto che un gruppo di extracomunitari avesse manifestato nei giorni precedenti rifiutando del cibo. Aveva chiesto il supporto per fare una manifestazione pacifica”.
La situazione precipitò. Il maresciallo Pegoraro decide di sottoporlo ad un Tso, da lì l’inseguimento e la sparatoria, fatale per Mauro Guerra. “I carabinieri sono stati uniformi nella ricostruzione degli eventi, ma noi abbiamo potuto appurare altre testimonianze. I carabinieri affermano che Mauro stesse avendo una colluttazione con un carabinieri, invece altri testimoni hanno raccontato una storia diversa, ovvero di aver visto Mauro in piedi allontanarsi dal carabinieri e di aver sentito degli spari”, il racconto della madre Giusy. Come evidenziato in precedenza, il maresciallo è stato assolto da ogni addebito per aver agito per legittima difesa: “E’ un po’ singolare l’excursus di tutta la vicenda giudiziaria del primo grado. Il pm aveva ipotizzato una richiesta di rinvio a giudizio per omicidio volontario, poi il pg ha preferito derubricare questa imputazione con eccesso colposo di legittima difesa”. La sorella di Mauro Guerra promette battaglia: “Noi stiamo aspettando con fervore l’arrivo delle motivazioni della sentenza, speriamo ci diano una speranza per riaprire il processo di primo grado. Non è stato un processo fatto all’assassino di mio fratello, ma un processo a mio fratello stesso. Non lo possiamo accettare”.