Mauro Guerra, 32enne ucciso da un carabiniere per un Tso

La storia di Mauro Guerra, 32enne ucciso a Carmignano di Sant’Urbano il 29 luglio del 2015, sarà al centro della nuova puntata di Un giorno in Pretura, in onda nella seconda serata di oggi 27 agosto su Rai3. Il giovane della provincia di Padova fu raggiunto da un colpo di arma da fuoco all’addome dopo un rocambolesco inseguimento avvenuto in una calda giornata di fine luglio. Ad esploderlo fu un carabiniere, Marco Pegoraro.



Mauro Guerra, laureato in economia, all’epoca dei fatti stava per diventare un commercialista. Negli ultimi tempi però aveva manifestato qualche insofferenza psichica. Appena pochi giorni prima della sua morte, Guerra si reca presso la stazione dei carabinieri nei pressi della sua abitazione e comunica l’intenzione di organizzare una manifestazione pubblica. Ad accoglierlo è proprio il neo comandante, Marco Pegoraro.



Il maresciallo Pegoraro dopo aver raccolto le intenzioni di Mauro Guerra inizia a ritenere che possa essere un soggetto pericoloso e per tale ragione decide di sottoporlo ad un TSO (Trattamento Sanitario Obbligatorio). Oltre a non esserci alcuna ragione per procedere ad una simile attività, la stessa non viene svolta neppure secondo la procedura prevista dal momento che, come rammenta Open, manca l’autorizzazione sia dei sanitari che del sindaco. Tuttavia, la mattina del 29 luglio alcuni carabinieri si presentano a casa di Guerra comunicandogli che sarà portato in caserma.

Mauro Guerra, maresciallo Pegoraro condannato in sede civile

All’arrivo dei carabinieri Mauro Guerra si trova a piedi nudi ed indossa solo un paio di boxer. Alcuni carabinieri provano a farlo salire in ambulanza ma dopo aver finto di cedere alle loro richieste il 32enne si dà alla fuga inseguito da una decina di militari che alla fine riescono a raggiungerlo. Pur con le manette ad un polso, Guerra riuscirà a divincolarsi ed a colpire un carabiniere. A quel punto viene esploso il colpo di pistola che lo colpisce all’addome, uccidendolo. Mauro Guerra sarà dichiarato morto dopo un’ora e mezza.



Per la morte di Mauro Guerra il maresciallo Pegoraro è rinviato a giudizio per omicidio colposo. Il primo processo che lo vede imputato risale al dicembre del 2018 e si conclude con l’assoluzione dell’imputato. Sentenza che diventa definitiva dal momento che la procura decide di non fare ricorso in appello. In contemporanea va avanti anche il parallelo processo civile a carico del carabiniere. Il militare è stato ritenuto responsabile e condannato a versare alla famiglia del 32enne ucciso la somma di 260mila euro. Nelle motivazioni rese note lo scorso maggio e riportate da PadovaOggi.it, relative alla sentenza del 23 febbraio scorso, si legge che quella di Mauro Guerra è da considerarsi “una morte che si poteva evitare”. E’ lo stesso concetto espresso in tutte le udienze dal legali della famiglia di Mauro Guerra, Alberto Berardi e Fabio Pinelli. “Il maresciallo Pegoraro sin dall’inizio ha creato un clima di ostilità e paura nei confronti di una persona che nulla di male stava facendo, definita da lui “pazza e pericolosa” che doveva essere catturata in ogni modo, ha reso così tragici per Mauro Guerra gli ultimi minuti della sua vita”, hanno concluso i giudici della corte d’Appello di Venezia.