Potrebbero essere giorni decisi per il caso legato alla morte di Mauro Pamiro, l’insegnante di informatica e appassionato di musica trovato cadavere a 44 anni la mattina del 29 giugno dell’anno scorso in un cantiere vicino alla villa con giardino di Crema in cui viveva con Debora Stella, grafica per la pubblicità di quattro anni più giovane. Infatti, secondo quanto riferito dalla Procura, il gip di Cremona ha deciso di rigettare la richiesta di archiviazione e invitato gli inquirenti a compiere ulteriori accertamenti su alcuni aspetti dubbi evidenziati dall’avvocato Gian Luigi Tizzoni che assiste Franco Pamiro, il padre del professore.



Il gip, si legge nella richiesta, ha iscritto al registro degli indagati anche la moglie di Pamiro, Debora Stella. Si legge infatti: “Alla luce delle spontanee dichiarazioni rese nell’immediatezza del rinvenimento del cadavere del marito e al fine di valutare compiutamente lo stato psichico dell’indagata definita più volte dagli operanti  come instabile e con comportamenti denotanti una problematica psichiatrica, appare opportuno acquisire il video registrato dagli operanti della Squadra Mobile di Cremona  nell’abitazione della Stella avente a oggetto le dichiarazioni di quest’ultima e altresì acquisire i tabulati telefonici dei coniugi”.



MORTE MAURO PAMIRO, RIAPERTO CASO

Gian Luigi Tizzoni, legale della famiglia Pamiro che assiste Franco, padre del professore, richiede infatti ulteriori accertamenti per cercare di capire cosa sia realmente successo quel 29 giugno ha portato alla morte dell’insegnante. Secondo la tesi di Tozzi, infatti, “Pamiro aveva un foro nel centro della testa, una lesione non mortale ma importante per capire cos’è successo”. “Intanto, ci sembra molto difficile che il professore, affetto da una forma di distrofia muscolare, si sia potuto arrampicare così agevolmente” ha spiegato.



“Poi c’è un’incompatibilità dell’ipotesi del suicidio con la tegola ritrovata accanto al corpo di Mauro sulla quale ci sono delle tracce di sangue. Per questo sarebbero utili nuovi prelievi per verificare la presenza di persone estranee che abbiano potuto maneggiare la tegola per colpirlo” ha aggiunto il legale Tozzi. Il tutto è stato accolto dal giudice che ha deciso di richiedere “accertamenti tecnici  volti ad escludere eventuali tracce biologiche di terzi sulla tegola”. Le nuove indagini sul caso dovranno essere effettuate entro sei mesi.