Mauro Repetto e l’addio agli 883

Dopo aver conquistato il successo con gli 883, Mauro Repetto decide di lasciare improvvisamente il gruppo nato con Max Pezzali per inseguire i suoi sogni. Da quella decisione sono trascorsi 30 anni e oggi Mauro Repetto ha scelto di raccontare la sua vita in un libro dal titolo “Non ho ucciso l’uomo ragno” scritto con Massimo Cotto. Un racconto schietto e sincero quello di Mauro che non può non parlare degli 883, del successo e della scelta di cambiare, poi, totalmente vita.



Avevo voglia di fare qualcosa anche in America. Adesso può sembrare folle perché il sogno americano non esiste più ma all’epoca eravamo veramente colonizzati culturalmente dalle canzoni. Era una figata immaginare di vivere nel Greenwich Village, a Tribeca, a New York o a Beverly Hills. E ci ho provato e ci ho vissuto un po’. Diciamo che è stata la necessità di realizzare i miei sogni e non i sogni di un altro: ho seguito la linea del destino che leggevo sul palmo della mia mano e ho fatto quello che volevo“, ha raccontato in un’intervista rilasciata ai microfoni di TgCom24.



Mauro Repetto e il rapporto con Max Pezzali

Quella di Mauro Repetto di lasciare gli 883 è stata una scelta improvvisa al punto che nessuno è riuscito a fargli cambiare idea non essendoci stato il tempo necessario per farlo. “Non gliene ho data la possibilità, sono sparito dall’oggi al domani. Ho preso l’aereo il giorno dopo e sono andato a Miami. All’epoca non c’erano cellulari come oggi e non eri rintracciabile 24 ore su 24. Ed è affascinante perdersi senza lasciare tracce, perché quando cominci da zero non puoi guardare il passato. Comunque poi Cecchetto mi ha rintracciato quando sono andato a Los Angeles, mi chiamava in hotel e mi diceva di tornare subito. Sia lui che mio padre hanno cercato di rimettermi “sulla buona strada”, ma io avevo la mia linea del destino da seguire…”, ha detto a TGCom24.



Dopo Miami, arrivano Los Angeles, New York e poi Parigi dove ha ricominciato da zero. Ripercorrendo gli anni vissuti lontano, Repetto ammette di aver sentito la mancanza di Max Pezzali che definisce “la persona più interessante che abbia mai conosciuto. Quando dico interessante intendo dire che è uno che con dei discorsi può portarti veramente a viaggiare con qualunque fantasia, come abbiamo sempre fatto fin dai tempi del liceo”.