Dopo 43 anni sembra vicino ad una chiave di svolta il rapimento del piccolo Mauro Romano, bimbo scomparso da Racale, in provincia di Lecce, il 20 giugno del 1977. Stando a quanto riportato in queste ore da tutti i quotidiani nazionali, a rapirlo sarebbe stato un amico di famiglia, all’epoca un trentenne che oggi ha una settantina d’anni, e che il bimbo rapito chiamava amichevolmente “zio”, a conferma di quanto lo stesso fosse vicino ai famigliari. Secondo quanto appurato dalla procura salentina, sarebbe stato proprio lui ad allontanarsi in auto il giorno della scomparsa di Mauro, mentre lo stesso stava giocando fuori casa dei nonni. L’inchiesta circa la sparizione più che quarantennale del piccolo Romano, era stata riaperta negli scorsi mesi da parte del pubblico ministero di Lecce, Stefania Minnini, a seguito di un’istanza formulata dall’avvocato Antonio Maria La Scala, presidente di Gens Nova, e legale della famiglia Romano. Gli investigatori hanno interrogato una serie di persone presumibilmente coinvolte nella vicenda, compresi i famigliari del bimbo, arrivando poi all’arresto di oggi.

MAURO ROMANO, ARRESTATO SEQUESTRATORE: A FEBBRAIO FERMATO UN UOMO DI 71 ANNI

Si tratta del secondo arresto nell’ambito di questa indagine, visto che lo scorso mese di febbraio era già finito in manette un 71enne di Taviano, provincia di Lecce, con l’accuse di atti sessuali su minorenni: non è da escludere che questi fosse “in combutta” con lo “zio”, anche se al momento si tratta solamente di una semplice ipotesi giornalistica senza alcun fondamento concreto. Il 71enne fermato cinque mesi fa aveva ricattato la famiglia nel 1977, pochi giorni dopo la scomparsa, sostenendo di avere informazioni utili al ritrovamento di Mauro, per poi essere arrestato ma solo come “mitomane”. La sensazione circolante è che sono ancora moltissmi gli aspetti da chiarire di questa intricata vicenda, e i genitori attendono con ansia di scoprire la verità, e soprattutto, di sapere dove si trova il figlio, sempre che questi sia ancora in vita.