Pur avendo abbandonato il mondo delle corse, Max Biaggi torna a far parlare di sè sulle due ruote: solo in questi giorni il centauro romano ha conquistato il nuovo record mondiale di velocità raggiungendo i 455.737 km orari in sella alla Voxan Wattman. Per il pilota un traguardo unico, ottenuto nella categoria delle “moto elettriche parzialmente aerodinamiche sotto i 300 kg”, in sella a un prototipo che pure usa lo stesso motore elettrico dei team anglo tedeschi impegnati nel campionato mondiale di formula E. Per Biaggi un traguardo davvero incredibile, arrivato anche un po’ a rompere qualche pregiudizio, come lui stesso ha raccontato in una recente intervista esclusiva rilasciata a il Corriere della Sera: “Quando mi proposero questa sfida, due anni fa, non pensavo affatto che una moto a propulsione elettrica potesse viaggiare tanto forte. La mia scala di valori era fatta di motori tradizionali con un tot di cavalli e un suono conseguente. Quindi si tratta di una esperienza inattesa e diversa che richiede una attitudine specifica per filare su tratti rettilinei”.



Una prova certo estrema per il pilota romano, oltre a cui sarà difficile andare oltre, come ha poi aggiunto: “Non credo sia possibile inoltrarsi oltre. Ci siamo spinti nei pressi dei 500 chilometri orari. Anche per un pilota abituato a viaggiare oltre i 300 fa impressione, l’occhio umano non percepisce più le immagini nitidamente, la vista si riempie di pixel. Guardi in avanti ma non vedi più come servirebbe. La tuta, pur essendo aderente al massimo, comincia a vibrare, brucia, ustiona la pelle. Questo è davvero limite estremo”.



MAX BIAGGI, DALL’ULTIMO RECORD AL RITIRO DI VALENTINO ROSSI

Nella lunga intervista concessa al Corriere in seguito al raggiungimento di un nuovo record del mondo di velocità in sella una moto elettrica, pure Max Biaggi ne approfitta per raccontare nuovi retroscena sulla sua immensa carriera, rivelazioni su i suoi progetti futuri come fondatore di un team di Moto 3 e pure il suo presente come padre e compagno. Ma non solo: a tema anche il recente ritiro di Valentino Rossi, suo ex collega e rivale dei più ostici tra la fine degli anni novanta e la metà dei duemila, su cui pure a distanza di anni si continua a scrivere. Un incrocio su cui Biaggi ha pure aggiunto nell’intervista-fiume al giornale milanese: “Una fase della mia carriera è coincisa con una fase della sua. Ci siamo trovati vicini. Non è possibile gestire completamente il proprio percorso e non mi pare giusto star qui ora a giudicare ciò che accadde. Penso che l’incrocio abbia offerto giorni belli e giorni brutti e comunque per me si tratta di un ricordo più positivo che negativo”.



Pure il ricordo di quei tempi è prezioso, visto che solo di recente lo stesso Biaggi ha riferito che con il ritiro del pilota di Tavullia si “era ritirata anche una parte di me”: il riferimento è alla parte votata alla “competizione” all’”adrenalina” e che è stata risvegliata dall’ultima impresa ottenuta con la Voxan solo pochi giorni fa. E chissà che il tutto porti per Biaggi nuove imprese adrenaliniche. Al momento pare che nulla bolla in pentola, ma Max Biaggi è personaggio che sa come sorprenderci: staremo a vedere.