Max Conteddu è morto. La temuta e triste notizia è arrivata in questi minuti, gettando nello sconforto migliaia di follower del ragazzo sardo, che lo seguivano quotidianamente su Twitter, dove gestiva l’account “Istinto Maximo”. La sua storia ha commosso l’Italia: Massimiliano (questo il suo vero nome) ha raccontato con coraggio assoluto e con una spiazzante ironia la sua battaglia contro il tumore, che l’aveva colpito al cervello. Con il suo pubblico social condivideva tutto, momenti belli e momenti brutti, piccole gioie quotidiane, lacrime e dolore. Senza perdere mai di vista il suo obiettivo principale: continuare a vivere, sfidando quel male incurabile che lo attanagliava. Ha insegnato tanto a tutti, Max Conteddu. Prova ne sono le valanghe di messaggi di cordoglio che stanno inondando i social network in questi minuti, con particolare riferimento al mondo dei tweet che ha accompagnato la sua esistenza. “Tenete in tasca un po’ di sole. Ne avrete bisogno quando farà buio nella vostra vita”: questo è stato l’ultimo messaggio lasciato da Max, che qualche giorno prima aveva scritto “fate, dite, scrivete cose belle, ne abbiamo tutti bisogno”.
MAX CONTEDDU È MORTO: QUEL PARAGONE CON NADIA TOFFA…
La scomparsa di Max Conteddu sta inevitabilmente caratterizzando e rattristando la giornata di oggi, giovedì 20 febbraio 2020. Il giovane sardo, originario di Siniscola, nei suoi ultimi mesi di vita ha cercato di far capire alle persone il vero valore della loro esistenza, spronandoli ad aprire gli occhi e a ritenersi fortunati di essere in salute, anche quando tutto sembra girare per il verso sbagliato. L’hashtag #CiaoMax è già divenuto trending topic su Twitter, a testimonianza di quanto questo ragazzo guerriero fosse amato. Una curiosità: nei mesi scorsi, quando alcuni suoi fan paragonavano la sua vicenda e la sua lotta contro il cancro a quella della compianta “Iena” Nadia Toffa, Max Conteddu aveva voluto rispondere come segue. “Chiariamoci una volta per tutte: Nadia definì il tumore come un dono, perché le aveva fatto aprire gli occhi. Ma io gli occhi li avevo già aperti prima di questo intruso. Non è un dono, è una MALEDIZIONE. Nadia, resti comunque una guerriera”. Le loro armature, ora, risplendono nella volta celeste, per ricordare a tutti noi, se mai ce lo fossimo dimenticati, di quanto sia grande il dono della vita.