Max Pezzali non si ferma e anche a 56 anni continua a riempire gli stadi con il suo “Max Forever”, spettacolo che ha già attirato 400 mila spettatori, di ogni generazione. In un’intervista a Repubblica, il cantante ex 883 racconta il significato che ha per lui vedere genitori, nonni e figli insieme davanti al palco. “Non è solo un fatto generazionale”, spiega l’artista: “È che li vedo, stanno insieme per una cosa sola, in questo caso il concerto. Non gli succede più con nient’altro”. Ognuno, infatti, ha le sue abitudini, la sua playlist, le sue chat e così via, ma “per una volta in famiglia si guardano negli occhi e dicono: dai, andiamo al concerto insieme”.



Cresciuto negli anni Novanta, Max Pezzali li ricorda sempre con un po’ di nostalgia: “C’erano anche grandi speranze, il Muro caduto, mi ricordo a Palermo una immensa manifestazione contro la mafia con dentro giovani e meno giovani. C’era uno zeitgeist…”. La nostalgia, però, rischia di diventare una trappola soprattutto per chi ha “l’incubo di passare per boomer, o che me lo dicano continuamente quelli giovani”. A volte, però, quando ci ripensa l’ex 883 pensa di aver “vissuto il periodo nel quale le cose belle, le canzoni, i film e il resto dovevi cercartele con fatica”.



Max Pezzali: “Tornerei agli sms a pagamento”

Parlando a Repubblica di tempi che cambiano e modernità, Max Pezzali non può non parlare anche dell’intelligenza artificiale. Si tratta, secondo il cantante, di una tecnologia che “ci libera da tutte le occupazioni umane noiose e ripetitive, e lo farà sempre di più perché su quello che già c’è, sull’esistente, è imbattibile. E a quel punto la gente dovrà svegliarsi e sobillare la propria parte creativa, uscire dalla pigrizia mentale”.

Nonostante i tempi vadano avanti, Max Pezzali un po’ nostalgico lo resta sempre: “Fosse per me, tornerei agli sms a pagamento. Da quando tutto è accessibile a tutti, questa specie di dissing continuo ha dilagato e soprattutto ha contagiato tutto il resto, la politica in primo luogo, oppure l’informazione”. Adattarsi ai tempi era necessario e forse anche inevitabile: Max, nonostante abbia l’abbonamento digitale ai quotidiani resta del parere che il “giornale dev’essere quello di carta, con la gerarchia delle notizie che qualcuno ha scelto e che mi propone”.