Max Pezzali, esempio di artista “normale”

Max Pezzali, il fondatore degli 883, ha celebrato i suoi 30 anni di carriera con un doppio concerto a San Siro. Trent’anni di successi ma anche di vita “normale”: “Viviamo in un tempo dove, per tutta una serie di motivi, anche estetici, vengono proposti solo dei modelli super vincenti, un mondo perfetto da esibire sui social; un mondo talmente perfetto da costringere l’imitatore al bluff per non sentirsi escluso”, ha commentato in una intervista a Il Fatto Quotidiano. Di contro lui, dice: “Rientro nella categoria degli “sfigati” e qui sto benissimo; non sono bello, non sono particolarmente attrattivo e attraente, non sono mai stato cool”. Pezzali ammette di aver accettato i confini entro i quali ha cercato di dare il suo meglio.



Max Pezzali nel corso dell’intervista ha ricordato le numerose occasioni perse, arrivando a svelare: “Parlate con uno che poteva avere Angelina Jolie nel film degli 883 e non è stata presa”. Il cantante ha spiegato nel dettaglio: “E’ la classica sliding doors, una di quelle paghi più e più volte; ci era stata offerta per un ruolo in Jolly blu ma è stata scartata: quella è la cazzata personale pari alla guerra in Iraq del 2003″.



Max Pezzali, dai suoi ‘geni’ alla rottura con Cecchetto

Max Pezzali è sempre stato l’esempio della generazione senza social e se il successo gli ha permesso in un primo momento di suscitare curiosità poi, spiega, “la stessa si esaurisce in breve e tocca a te”. Lui ancora oggi continua a reputarsi “normale” ma lungo la sua strada ha avuto modo di incontrare anche dei geni: “Niccolò Contessa è uno dei musicisti che ha contribuito al passaggio da indie a pop e quando ci parlo avverto un livello superiore”. Lo stesso, ammette, vale anche per Jovanotti: “Ha un cervello incredibile, è come se fosse venti persone nello stesso momento e ognuna di loro è in grado di generare qualcosa di interessante”, dice. All’elenco dei geni però aggiunge anche De Gregori, “ma forse è più carisma”. Tra i colleghi che dice di apprezzare c’è anche Cesare Cremonini: “Quando lo ascolti ti apre dei mondi, ne crea di nuovi…”.



In merito ai concerti a San Siro, ha spiegato di aver ricostruito sul palco la sua storia, chiamando tutti coloro che hanno reso possibile l’avventura degli 883, da Mauro Repetto a Daniele Moretto e Michele Monestiroli, passando per Paola e Chiara. Grande assente, però, Claudio Cecchetto del quale ha detto: “Dopo trent’anni sono arrivato alla necessità di gestirmi in autonomia, un po’ come capita con i genitori quando vai via di casa; dopo trent’anni di collaborazione si rischia di cadere nell’abitudine e in questo lavoro l’abitudine è pericolosissima così come il conoscersi troppo e perdere la voglia di stupire”. Sul fatto che sia consensuale non è chiaro: “A qualcuno brucia sempre, poi il tempo aggiusterà”, dice. Pezzali ha anche riabilitato l’immagine di Mauro Repetto spiegando come proprio lui abbia preso all’epoca le decisioni più difficili: “Senza di lui sarei rimasto uno qualunque”.